Regia di Christopher Ray vedi scheda film
Ennesimo scherzetto Asylum che, del delirio e della pessima messa in scena (terribile la CGI, già all'epoca datata), diventa, superando anche la Troma, simbolo e punto di forza. Qui uno squalone in arrivo dal passato si scontra con un coccodrillo di 300 metri. Se si riesce a tornare con la fantasia a sei, sette anni... ci si diverte anche!
Repubblica Democratica del Congo: durante lavori di scavo, presso una miniera, una preistorica forma di vita viene risvegliata; si tratta di un coccodrillo di oltre trecento metri, ribattezzato prontamente Crocosaurus. Altrove, in mezzo all'Oceano, una gigantesca nave militare viene abbattuta dal Mega Shark, uno squalo di dimensioni incalcolabili, che pare essere sopravvissuto allo scontro (capitolo precedente della serie Mega Shark) con un Giant Octopus (o polipone super). Tramite uova di Crocosaurus (!!!), della dimensione di oltre 4 metri di circonferenza, un novello Indiana Jones, con il supporto di un superstite della nave abbattuta, tenta di distruggere entrambe le creature. Le forze armate, intanto, riescono a far sì che i due preistorici bestioni devastino il canale di Panama prima di tentare il tutto per tutto con testate termonucleari.
Recentemente un bel dossier targato Nocturno Cinema ha giustamente tentato di fare un po' d'ordine nella sterminata produzione Asylum, all'interno della quale ricade anche questo capitolo di Mega Shark, sorta di pseudo sequel di Mega Shark vs Giant Octopus, ovvero una delle prime deliranti operazioni concepite per la distribuzione via cavo americana e straight to video. Ancora qui, nonostante la follia del progetto, esiste un minimo di sceneggiatura e la regia di Christopher Ray (figlio del terrificante -vedetevi il curriculum- cineasta di nome Fred Olen Ray) svolge il suo ruolo.
Ovviamente a rendere il tutto un filmetto per ragazzini (almeno tali nell'animo) nostalgici delle cavolatone nipponiche post Godzilla o King Kong, ci pensa il reparto schifezze speciali che insiste sull'esagerazione delle misure, orientate sul chi più l'ha grande e grosso la vince. Alla fine ne esce un fumettone che, preso dal versante so bad so good, strappa qualche sorriso. Certo: l'uso e abuso di CGI riduce il tutto al livello di un filmato stile introduzione di videogioco. Il realismo, che con una trama così ovviamente è distante anni luce, cede sin da subito il posto al ludico gioco cinematografico che già in passato fu rappresentato da creature preistoriche ch'erano poi dei pupazzoni in cartapesta mossi a passo uno. Nel 2010 purtroppo, anziché la magia dello stop motion, troviamo accecanti e inverosimili effetti (poco) speciali, giusto un pizzico sopra il livello di grafica della Playstation 1.
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