Regia di Tony Elliott vedi scheda film
Prodotto Netflix, senza infamia e senza lode, "ARQ" ha comunque il merito di portare sullo schermo la fantascienza, che è diventata rara quasi come i film western. Il perché è abbastanza incomprensibile, ma tanto fa. L'esordiente Elliott, mano discreta, fa la sua tesina per diventare un regista da serie TV, il suo futuro è solo lì, creando uno strano connubio fra la commediola romantica "Ricomincio Da Capo" e la fantascienza più spinta. Chiaro che spurga tutto il romanticismo del film con Bill Murray e ne trae solo l'idea della ripetitività della giornata, che vede queste due belle facce d'attori risvegliarsi nel letto ad ogni disgraziata svolta del destino. Colpa di tutto questo, sullo sfondo di un mondo andato in malora e della solita lotta fra ribelli e corporazioni egemoniche, è un macchinario, l'ARQ, appunto, che oltre a produrre energia perenne pare in grado di modificare il tempo, creando loop che permettono di ricominciare da capo, come nei videogiochi. Il tutto è implementato in un appartamento, gli attori sono sette, e le spese, deduco, molto poche. L'idea è interessante, anche se copiata, e ad ogni risveglio si aggiungono tasselli che porteranno la storia a farsi più intrigante ma anche, inevitabilmente, più complessa, fino al limite del paradosso (e della noia). Le buone cose ci sono, tipo la recitazione dei due attori principali, ma "ARQ" rimane davvero fantascienza da camera, piccola piccola, con qualche minima deriva splatter, che la sporca un po'. Ripeto, è un film assolutamente normale, con cui passare un'ora e mezza piacevole, se non vi perdete prima, nell'intrecciarsi dello spazio con il tempo con le corporazioni e con chi tradisce chi. Serve tornare alla fantascienza, sì, ma però con un quid qualitativo maggiore e, magari, senza troppi rimandi filosofici.
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