La recensione su Orizzonti di gloria

di Gangs 87

6 stelle

Prima Guerra Mondiale, il fanatismo di un generale francese mette in pericolo un intero plotone ordinando l’attacco del Formicaio, una postazione tedesca inespugnabile. Dax, ufficiale coraggioso e onesto, pur eseguendo i comandi riesce ad evitare una carneficina ma, alcuni dei suoi uomini, verranno fucilati per vigliaccheria, soddisfacendo il sadismo del generale che pagherà la sua spocchia.

Stanley Kubrick torna al tema della guerra, dopo la sua pellicola d’esordio, aggiungendo una notevole dose di azione, di cui era monco il lungometraggio precedente, che garantisce un dinamismo necessario a sopportare la visione del film seppure non di eccessiva durata.

Inoltre, affida il ruolo da protagonista ad un divo dell’epoca (e non solo), Kirk Douglas che interpretando il buono della situazione, l’ufficiale Dax, offre alla narrazione la carica empatica indispensabile per coinvolgere lo spettatore nella visione di un film che presenta comunque una sceneggiatura che altrimenti risulterebbe poco appetibile a molti. La presenza di Douglas invece diventa non solo sinonimo di qualità ma fa anche da collante tra narrazione e spettatore celando le mancanze attrattive della sceneggiatura che predilige il messaggio politico-morale, al puro intrattenimento.

Kubrick riprende il tema dell’assuefazione da potere, del condizionamento mentale generato dalla guerra. Quello stato di alterazione in cui anche ciò che è folle finisce per sembrare lecito e giustificato. Questo tema, in modo più incisivo e spaventoso, meno sottile artisticamente parlando, tornerà nei futuri film di guerra che il regista dirigerà.

Resta il fatto che, con questo quarto lungometraggio, Stanley Kubrick ci dice esplicitamente che da questo momento in poi inizierà a fare sul serio, non che con le pellicole precedenti non fosse già piuttosto chiaro.

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