Regia di Robert Redford vedi scheda film
Herbert Stempel (John Turturro) è un campione imbattibile al quiz della NBC “Twenty one”; ma non è sufficientemente telegenico, per cui diabolicamente la produzione lo scalza a favore del bel Charles Van Doren (Ralph Fiennes). Questo e successivi colpi di scena sospetti ispirano Dick Goodwin (Rob Morrow), un rampante avvocato, a cercare la verità: la NBC ha ingannato il suo pubblico in nome del dio danaro? Il film non è un thriller: l’arcano si scopre subito, addirittura nel mentre stesso in cui viene realizzato: Stempel è pagato per sbagliare e lo spettatore lo sa prima ancora che egli si confonda, per di più su una domanda banale. Il taglio della pellicola è quello drammaticamente legato alla denuncia di un reato che non esiste (vilipendio all’intelligenza del pubblico televisivo e istigamento alla sua creduloneria). Robert Redford è l’autore di una regia piatta, senza nerbo, in cui la sequenza più frizzante è quella finale, su cui scorrono i titoli, con dei figuranti a rappresentare il pubblico televisivo: divertito ed inerme. In fondo è questo l’amaro succo del discorso di Redford e degli sceneggiatori, ed ancor prima di Richard N. Goodwin, autore del libro da cui la pellicola è tratta. Il film parte bene (le sequenze con Turturro campione sono frizzanti), ma nella fase centrale vive di un appiattimento generale, specie all’inizio delle indagini di Goodwin. Il finale è comunque emozionante per quanto demoralizzante. Nel cast anche Martin Scorsese, nel ruolo dello sponsor.
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