Regia di Robert Redford vedi scheda film
La truffa mediatica che sconvolse l’America sognante e perbenista degli anni cinquanta rivive nelle immagini nostalgiche ed appassionate di Robert Redford, uno che quando si mette dietro la macchina da presa riesce a trasmettere un’idea di cinema classico e pudico, con le radici ben impiantate sia nella tradizione cinematografia americana che nell’impegno civile molto democrat style. La storia che racconta rientra perfettamente nelle sue corde, e anche la messinscena pone in risalto ciò che maggiormente gli interessa: il meccanismo della grande potenza economica e mediatica contro il povero esponente delle minoranze (anche se nessuno dice la verità e tutti ingannano tutti); la rappresentazione di uno scontro impari eppure avvincente, che mantiene la tensione con rarefatta trepidazione grazie ad una messinscena dignitosa e mai urlata, soprattutto per merito della sceneggiatore di Paul Attanasio; la recitazione attenta ed accurata dei suoi ottimi attori. Oltre al nevrotico John Turturro e all’inquieto Ralph Fiennes, nota di merito al buon Rob Morrow ma soprattutto alla grande presenza di Paul Scofield e a un David Maymer superlativo nella mefistofelica irrequietudine del servilismo per professione.
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