Regia di Woody Allen vedi scheda film
Durante gli anni '20, David Shayne (Cusack) un commediografo scalcinato, vorrebbe portare sulle scene God of our fathers, lavoro di stucchevole mediocrità. Alla ricerca di uno sponsor, non troverà di meglio che il boss mafioso Nick Vitali (Joe Vitarelli), che però pretende una parte per Olive (Jennifer Tilly), la sua amante starnazzante come un'oca ed assolutamente incapace di recitare. Olive è seguita come un'ombra dal suo gorilla, Cheech (Palminteri), che non lesina suggerimenti fondamentali per la commedia di David, fino ad aumentare a dismisura la propria ingerenza sul prodotto finito. Il successo, dopo l'unione di un cast approssimativo ed improbabile, arriva puntuale, così come l'assassinio per mano della sua stessa guardia del corpo della ragazza del boss, rea di recitare malissimo le battute di Cheech. Il quale ultimo sarà giustiziato dagli altri gangster della banda di Valenti.
L'arte può appartenere a tutti, sembra volerci suggerire Woody Allen, che ha scritto il copione con Douglas McGrath. Ed infatti è proprio un killer biscazziere (l'ottimo Chazz Palminteri, che tra l'altro è l'autore dell'opera prima di Robert De Niro come regista, Bronx) il vero deus-ex-machina del lavoro teatrale. Così, "in fondo a un'ironica commedia di costume ci ritroviamo a sorpresa con un apologo sull'arte" (Kezich). Situazioni comiche e divertenti, dialoghi spumeggianti, efficace fotografia dai toni ambra di Carlo Di Palma e cast davvero in forma sottolineano l'ennesima prova convincente del regista ebreo-newyorkese. Oscar a Diane Wiest come migliore attrice non protagonista.
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