Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Un Wenders restituito al primo disincanto in uno dei suoi film forse più lineari (ma che comunque contiene una interessantissima visione del mondo cinematografico, stretto tra un naturalismo radicale e la volontà di continuare a scegliere cosa mostrare). In questo trovo molto meglio la seconda della prima parte, forse troppo trascinata in una sorta di “Aspettando Godot”, mentre la scoperta dei motivi della fuga del regista si rivela secondo me la vera chiave di volta di tutto il film, ed anche la più poetica per chi ama il piccolo grande mondo cinematografico.
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