Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Non fosse stata per quello strillare continuo ed ossessivo (che non saprei immaginare come sia stato in lingua originale, ma che doppiato nel solito romanesco de no' artri è veramente insopportabile) di quel bamboccino che, per almeno quindici minuti di pellicola, ci si rifiuta di credere che sia davvero Leo Di Caprio (che fu insignito per questa prova della candidatura all'Oscar), questo film sarebbe stato un discreto lavoro, anche a dispetto di quel Johnny Depp che (siamo nel 1994) doveva ancora cominciare a diventare schizzato ed antipatico ed era ancora un giovane promettente attore. O anche a dispetto delle improbabile sopracciglie nere pettinate come i baffi di Bel-Ami che incorniciano lo sguardo altrettanto inquietante e nero, sopra le labbra rosso ciliegia della sempre conturbante Juliette Lewis (per quanto mi riguarda: "inchiodata" per sempre ai due splendidi ruoli in "Natural Born Killer" e in "Cape Fear" versione Scorsese) anche se le tocca il ruolo della ragazzina buona e innamorata.
Una bella storia, con un'altrettanto buona compagnia di personaggi concentrati perlopiù nella variegata famiglia Grape. Guardato a quasi trant'anni dalla sua uscita, però, non si riesce a non avvertire una certa "vetustà" che lo rende un po' opaco, troppo sornione, tenuto conto anche dell'indole del buon Hallström che non è certamente un "regista d'assalto".
Ma si lascia vedere con la dovuta leggerezza, senza troppo impegno. Un film discreto.
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