Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Qui Lasse Hallstrom dimostra di saperci davvero fare, mostrando un felice tocco nell’amalgamare elementi contrastanti (tra un dramma mai ostentato ed un profilo efficace di commedia dell’anima) e sfuggevoli senza cadere nel tranello della facile emozione come poi ha fatto ripetutamente negli ultimi anni (anche se ogni tanto ci sta bene).
La profonda provincia americana fa da (suggestivo) sfondo,con uno spazio in cui la vita quotidiana non offre alcunché (se non il veloce transito dei turisti); una famiglia che è tutto un programma (un figlio ritardato, una mamma enorme che trascorre tutto il suo tempo a mangiare e guardare la televisione, un’adolescente alle prese con i problemi propri della sua età e gli altri due obbligati da ciò a mandare avanti la baracca, dopo la morte violenta del padre) è assoluta protagonista della vicenda.
Così come lo è una giovane costretta a sostare nel paesello e che scombina un po’ le carte in tavola.
Quello che funziona maggiormente in questo film è la scelta narrativa intrapresa.
Non si sfruttano le obiettive vicissitudini famigliari, ma le si rappresentano con naturalezza, senza peccare di eccessi, ma con una visione molto naturale, e disinibita, delle cose per cui niente deve sorprendere.
Così i personaggi risultano particolarmente efficaci per tutte le denotazioni implicite e la storia si fa piacevolmente seguire, scorrendo fluida e senza indugi.
Insomma è un film da cui è molto difficile rimanerne delusi.
Consigliato.
Molto bravo nel dosare il racconto, di suo vario e ricco di elementi.
Prova consistente e matura.
Ruolo atipico per lei, per una volta non è una schizzata, che le riesce piuttosto bene.
Buona interpretazione.
Soddisfacente.
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