Regia di Alessandro Benvenuti vedi scheda film
La fine del Partito Comunista Italiano (che dopo l’uragano del novembre 1989 era rimasto il più grande d’Europa, se si esclude il PCUS), vista dall’ottica di un paesino della rossa Toscana, vicino a Firenze. Come in un’appendice postcomunista di “Berlinguer ti voglio bene”, si snodano le vicende di tante persone, più o meno giovani, che ruotano intorno a quello che in tanti paesini era uno degli eventi dell’anno: la Festa dell’Unità. Fin dall’inizio siamo gettati in clima Benigni, con quella voce all’altoparlante che prega “i compagni del magazzino di scongelare i polpi prima di sera, che sennò poi succede come ieri sera, che erano duri come i’ marmo”. Anche qui, come in molti altri film di questo genere, il problema è una certa esilità dell’insieme e la difficoltà di far coesistere tante storie parallele ed intrecciate e di portarle tutte ad una conclusione plausibile. Benvenuti ci prova, dando una prova comunque piacevole, seppure meno riuscita rispetto al coevo “Benvenuti in casa Gori”, proponendo anche tante facce di comici toscani già conosciuti (come lo stesso Benvenuti, la Cenci e Novelli) o in fase di lancio (Pieraccioni, Ceccherini, Paci). Fa piacere che alla fine esca vincitore lo scemo del villaggio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta