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La segreta passione di Judith Hearne

Regia di Jack Clayton vedi scheda film

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La recensione su La segreta passione di Judith Hearne

di angelina
8 stelle


Judith Hearne (Maggie Smith),un'insegnante di pianoforte di mezza età rimasta sola dopo la morte dell'amata zia D'Arcy (Wendy Hiller),che ha assistito devotamente fino alla fine,si trasferisce in una modesta pensione di Dublino gestita dalla pettegola e bigotta Mrs.Rice (Marie Kean) e dal figlio Bernard (Jan McNeice),viscido e obeso seduttore di giovani cameriere,che vive alle spalle della madre,legata a lui da un affetto morboso e possessivo.
Nella pensione abita da poco tempo anche James Madden (Bob Hoskins),fratello della proprietaria,ritornato a Dublino dopo una trentina d'anni trascorsi a New York,dove ha sciupato i suoi risparmi in affari dispendiosi e fallimentari.
Nella solitudine della sua camera,sotto lo sguardo severo della zia defunta e l'immagine sacra da cui non si separa mai,Judith Hearne coltiva la segreta passione per l'alcool,cercando nell'oblio e nella religione un improbabile conforto.
Ma l'inaspettato corteggiamento di James Madden,che la crede a torto una donna facoltosa,illumina di una rinnovata speranza la sua cupa solitudine.Ma per poco.La delusione dell'inganno e le perfide maldicenze di Mrs.Rice la faranno precipitare nel baratro dell'alcolismo e in una sorta di fanatica esaltazione religiosa.
Tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore irlandese Brian Moore,adattato da Peter Nelson,ultimo lungometraggio di Jack Clayton,dopo "Something Whicked This Way Comes" (1983),"The Lonely Passion of Judith Hearne" è l'amaro e toccante ritratto di una donna sola e non più giovane,circondata da un milieu iprocrita e bigotto,nella triste Dublino del dopoguerra,sapientemente ricostruita e ben restituita dalla bella fotografia di Peter Hannan.
Una storia di emarginazione,malintesi e solitudine,condotta da Clayton con sottile finezza psicologica e piglio autoriale nella direzione degli attori.Da una straordinaria Maggie Smith,a un intenso Bob Hoskins,senza dimenticare l'ottima prova di Marie Kean (che aveva interpretato il ruolo della madre in "Barry Lindon") e di Jan McNeice nella parte del sordido Bernard.
Un amaro spaccato di un piccolo mondo dai gretti ideali,afflitto da un perbenismo di facciata,che Clayton esplora con sguardo lucido e tagliente,in una mise-en-scène percorsa da una sottile vena satirica e anticlericale.
Tra speranze e disincanto,turbamenti e disillusione,Maggie Smith disegna,con straordinaria sensibilità,uno dei suoi più intensi e toccanti ritratti femminili,che le valse,nel 1988,il premio BAFTA come migliore attrice protagonista.
La narrazione è contrappuntata dalle note emozionali della bellissima musica di George Delerue.Tra i produttori associati,George Harrison ed Elton John.
"Un grande film disperato,doloroso,dimenticato e sottovalutato,a specchio della sua rappresentazione di un deserto della comunicazione." (Nicolò Rangoni Machiavelli)

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