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Storia cinese

Regia di Leo McCarey vedi scheda film

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La recensione su Storia cinese

di steno79
5 stelle

Leo McCarey fu uno dei grandi registi della Hollywood degli anni 30 e 40, con opere memorabili all'attivo quali "La guerra lampo dei fratelli Marx", "Cupo tramonto" e "L'orribile verità" e grandi successi di cassetta (e di Oscar) quali il celeberrimo "La mia via" ("Going my way"). A partire dagli anni 50 la sua carriera subì un declino, anche se nel corso del decennio riuscì a piazzare un ultimo successo artistico e commerciale con "Un amore splendido"; quel che è peggio, però, fu che McCarey aderì spudoratamente all'ideologia maccartista della caccia alle streghe comunista, che al giorno d'oggi è riconosciuta unanimemente come una delle pagine più tristi della storia recente americana (vedasi film come "Good night and good luck" di Clooney sull'argomento). Lo fece prima con un film dal titolo "My son John" (1952), non disponibile in Italia e alquanto difficile da trovare anche in America, dove, in base ai commenti che ho letto, la propaganda anti-comunista raggiungeva toni isterici e quasi caricaturali, che fu accolto freddamente già al momento della sua uscita in patria e poi fatto sparire per lunghi anni. Nel '62, circa dieci anni dopo e al suo ultimo film, il regista volle tornare sull'argomento con questo Storia cinese, che affrontava i misfatti compiuti dall'Armata rossa maoista in Cina nell'immediato dopoguerra, mischiandoli alla vicenda di due eroici preti missionari. Purtroppo, il minimo che si possa dire è che il film è invecchiato male: la propaganda dà fastidio non perchè attacca i comunisti, ma per la maniera rozza e unidimensionale con cui sono ritratti i Rossi malvagi, semplici marionette private di qualsiasi spessore, con un commissario Russo che sfiora volutamente la parodia e parla come un troglodita (ma lo stesso si può dire anche di altri personaggi cinesi come il cuoco che decide di abbandonare la missione verso l'inizio, ritratto in maniera stereotipata e caricaturale). E anche la trama ha una progressione narrativa molto stentata, con la risibile storiella della ragazza cinese che corteggia sfacciatamente il prete William Holden, poi con lo stupro subito dalla stessa ragazza da parte del malvagio Ho San e l'affrettata e semplicistica riappacificazione dei due nel finale, con tanto di battesimo cattolico del bambino nato dalla violenza sessuale. Gli unici momenti un pò più godibili sono i battibecchi da commedia leggera fra i due preti, simili nella struttura a quelli fra Bing Crosby e Barry Fitzgerald in La mia via, ma nulla di paragonabile ai migliori film del regista citati più sopra. Gli stessi attori sono spaesati, spesso provano a riscattare un pò la mediocrità del copione, ma con scarsi risultati. Come addio al cinema da parte del regista è davvero deludente, e mostra che imbroccare la strada della propaganda a senso unico è sempre pericoloso.
voto 5/10 

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