Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
L'arcinota spia viene messa sulle tracce di Auric Goldfinger (un nome che è tutto un programma...), un criminale internazionale che ha deciso di portare a termine il colpo dei colpi: l'assalto a Fort Knox. Credo che Goldfinger sia il film più iconograficamente rilevante di tutta la saga di 007 (se la gioca giusto con un altro paio di titoli), non solo perché contiene alcune delle sequenze più famose (su tutte Bond che sotto la muta ha lo smoking e il raggio laser che sta per tagliarlo in due) ma anche per il fatto di costituire il vero capitolo della definizione, a partire dalla canzone che accompagna i titoli di testa, passando per un cattivo finalmente un po' più memorabile e per un maggiore equilibrio della componente camp (l'unica cosa esagerata forse è lo squadrone di piloti uscite da una sfilata di moda sui generis...). Soprattutto è qui che Connery diventa davvero il Bond rimasto di più nell'immaginario collettivo, carismatico da far schifo e che non si prende sul serio neanche nei momenti più difficili. Intere sottotrame avrebbero potuto non esserci (la sorella della ragazza uccisa, i due agenti che fanno avanti ed indietro seguendo il segnalatore, la banda di mafiosi) alleggerendo di molto una fase centrale decisamente troppo lunga, ma è il primo film del franchise in cui la quota divertimento è tale da renderlo comunque degno di visione.
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