Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
Una profusione di elementi iconici e scene avvincenti, che in confronto agli episodi precedenti ci guadagna anche in affondo psicologico e geopolitico.
L'Aston Martin DB5 di colore grigio (dotata di gadget e accessori a catinelle), James Bond che sfoggia un rutilante smoking bianco – con tanto di papillon e fiore rosso nel taschino – appena sotto la muta da sub in un prologo magistrale, Shirley Eaton che giace senza vita ricoperta di vernice d'oro, il biondo e grassoccio Goldfinger del tedesco Gert Fröbe (uno dei villain di 007 più popolari e riusciti di sempre), l'acuminato tirapiedi Oddjob (Harold Sakata) con la sua bombetta assassina, gli splendidi interni di Fort Knox ricostruiti in studio da Ken Adam, il match a golf con la pallina che si infila nell'erba alta: il terzo capitolo della serie spionistica per eccellenza, scritto da Richard Maibaum e Paul Dehn sulla base dell'omonimo romanzo di Ian Fleming, è una profusione di elementi iconici e scene avvincenti, che in confronto agli episodi precedenti ci guadagna anche in affondo psicologico (Bond è ritratto nella sua maschile fragilità e non è più un agente infallibile, essendo costretto a rimediare alla minaccia di turno da prigioniero del cattivo) e geopolitico (il focus è sulla lotta per l'egemonia economica planetaria in tempi di accesa contrapposizione tra i due blocchi), coesione drammaturgica e stoffa tecnica (Guy Hamilton alla regia è un acquisto di gran valore), trovate spiritose (la bomba che si ferma col timer a 0-0-7 secondi) e ironia formidabile. Sean Connery sguazza divertito nel proprio ruolo come non mai. Il botteghino esplose e la critica rivalutò positivamente l'intera saga. Un film ancora oggi amatissimo dai fan (e non solo da loro).
Colonna musicale di John Barry e Monty Norman, con la hit estasiante di Shirley Bassey ad accompagnare i titoli di testa in stile "aureo" di Robert Brownjohn.
Voto: 9 — Film ECCELLENTE
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