Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
Il terzo dei film di James Bond è il vero prototipo della saga che ancora oggi sbanca i botteghini mondiali; Girato da Guy Hamilton che sostituiva Terence Young, Goldfingher rappresenta l'esordio assoluto per la canzone nei titoli di coda, dei gadget straordinari di M e della Aston Martin. Goldfingher è anche il vero successo di pubblico della serie. Hamilton rispetto ai primi due film alza l'asticella dal punto di vista del ritmo e dell'umorismo, la sua regia è di una eleganza sofisticata e la possiamo identificare benissimo con la prima scena in cui Bond vede il suo assassino riflesso nella pupilla della donna che stava baciando. Perfetto è Gert Frobe, l'attore tedesco che interpreta il nemico; Frobe nella sua prova mischia il comico e il sadico e riesce a far entusiasmare e attrarre lo spettatore, bellissime le scene in cui è accompagnato del coreano muto Oddjob, in qualsiasi altro film risulterebbero delle macchiette comiche, ma qua grazie al clima da umorismo nero già splendidamente messo in scena da Terrence Young nei primi due episodi, risultamo inquetanti ed estremamente pericolosi. Il grande John Barry, oltre a scrivere il memorabile pezzo dei titoli di testa cantato da Shirley Bassey, confeziona una colonna sonora orecchiabile, a volte comicamente pomposa, a volte strisciante, ma sempre elegante. Con tale quantità di elementi viene fuori il film che ha anticipato tanti degli archetipi del bolckbuster e crea la formula che sarà utilizzata da buona parte dei film d'azione da li a venire. Goldfinger gode anche di alcune scene memorabili come la morte di Jill Masterson per asfissia epidermica dopo essere stata completamente verniciata d'oro, il volo degli aerei su Fort Knox, la bomba che si arresta a 007 secondi e rappresenta uno degli apici per la saga di Bond che ancora oggi possiede un ritmo piacevole e alcune idee tecnice ancora affascinanti e sorprendenti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta