Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
Non so perché ma la lunga saga di James Bond non mi ha mai suscitato interesse, a differenza di altri prodotti seriali... Forse per la scelta dello spionaggio come genere? Fatto sta che uno dei pochissimi film da me visti della saga è questo "Goldfinger", terzo episodio ufficiale interpretato da Sean Connery, a quanto pare da molti considerato il migliore in assoluto.
Il film ha una trama a mio parere coinvolgente e ben sviluppata, con uno scontro da antologia fra l'agente 007 qui in versione Connery (probabilmente il migliore dei tanti che si sono avvicendati nel ruolo) e il cattivo del titolo, che offre un'eccellente occasione al tedesco Gert Froebe, attore caratterista non sempre utilizzato al meglio. La regia di Guy Hamilton è soprattutto funzionale, non aspira a quell'aura più artistica di certi episodi più recenti ma punta principalmente all'iconicita' di alcuni momenti privilegiati come la visione della ragazza dal corpo dorato o lo stesso Bond che sotto la muta per nuotare nasconde l'abito da sera.
I dialoghi sono molto sostenuti, spesso dallo humour tagliente, i colpi di scena ben piazzati, il ritmo in generale si mantiene su quote piuttosto elevate per la serie: non è un caso che questo terzo episodio sia divenuto un cult movie, abilmente sostenuto dalla canzone di Shirley Bassey che all'epoca spopolò e che accresce per l'appunto l'iconicità di situazioni e personaggi, in particolare quello di Froebe, ma anche il maggiordomo con bombetta assassina. Il successo del film, e forse dell'intera saga, deve moltissimo alla performance di Sean Connery, all'epoca al massimo del suo fascino virile, del magnetismo sexy e di una sorprendente autoironia mostrata in diversi momenti: se non fosse per la sua presenza non rimarrebbero impresse nella memoria sequenze come quella del raggio laser, oppure i confronti scoppiettanti con la Pussy Galore di Honor Blackman.
Voto 8/10
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