Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Con questo film Jackson prepara definitivamente il terreno per girare quella che sarà la sua opera più famosa e fortunata, Il SIgnore degli anelli. Ma questo non toglie che Creature del cielo sia un film bellissimo, che dimostra (e anzi conferma) il fatto che Jackson abbia una mano abilissima, che sia in grado di rendere in cinema qualsiasi cosa che abbia fra le mani. La storia, tratta da una vicenda reale, tratta di Juliet e Yvonne, due ragazze di estrazione sociale molto differente che in pochissimo tempo diventano amiche per la pelle, condividendo una grande passione per la letteratura. Quando la loro amicizia verrà messa a repentaglio dai genitori le cose andranno in malora, e le ragazze dovranno compiere una scelta difficilissima. Il film è gestito in modo incredibile: questa amicizia così solida e morbosa, fondata in gran parte sulla creazione di una storia di cavalieri e principesse, diventa l'unica dimensione nella quale le due protagoniste si sentano realmente di esistere. Il mondo da loro immaginato diventa il loro unico mondo, e Jackson ci mostra come esso inizi a confondersi pericolosamente con la realtà attraverso la geniale scelta di renderlo attraverso ambientazioni di creta e ceramica, con personaggi gommosi che rimandano a quel cinema espressionista tedesco che il regista ama. La narrazione è serrata, è il declino psicologico dei personaggi è reso con assoluta maestria da un cineasta che non ha solo il merito di rendere ogni singola inquadratura dannatamente precisa, ma anche quello di riuscire a gestire in modo magistrale le due parallele linee narrative del rapporto delle ragazze fra di loro e del costante conflitto con i genitori. Un film dal finale terrificante, che mette in scena l'arretratezza di una società omofobica che costringe le protagoniste in un mondo creato da loro, senza il quale non riescono a immaginare una propria esistenza.
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