Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Jackson sembra approfittare della vicenda di questo film per infierire sulla figura materna come già in Splatters - Gli schizzacervelli. Lo stile è qui molto mutato ma ha anche molti punti di contatto con l'estetica del fantasy orrorifico, o in generale dei film di genere: vedi certe inquadrature grandangolari, oltre le ovvie incursioni del mondo di plastilina (di cui avrebbe giovato qualche momento in meno).
La forza del film sta nella capacità affabulatoria del regista, nella ricostruzione d'ambiente, nella descrizione ironica e quasi schifata delle manie e ottusità sociali, degli egoismi e degli occhi tarpati delle famiglie delle ragazze. Se però è vero che la pazzia e il delitto sono scatenati dagli imponimenti a senso unico delle regole, è anche vero che le due ragazzine sono ancora immature, ingenue, arroganti.
Jackson usa un polistilismo efficace e sceglie il famoso coro a bocca chiusa da Madama Butterfly di G. Puccini come preparazione all'assassinio della madre di Pauline, con effetto straniante, un assassinio che pare essere catartico ma che in un attimo non riesce più a mascherare la sua atrocità.
Melanie Lynskey è una creatura multiforme non meno di Kate Winslet (una Juliet in bilico tra simpatia, civetteria e dolcezza): entrambe molto brave e interdipendenti. 7 1/2
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