Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Sostiene Tabucchi che attraverso Pereira possiamo capire molto di quel che accadde in Europa prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Sostiene Tabucchi nel suo romanzo più famoso che anche le piccole azioni possono rappresentare prese di posizione efficaci ed emblematiche. Sostiene Tabucchi che la cultura, inconsciamente, può sconfiggere tutto. Sostiene Tabucchi che parlando di Lisbona si può ragionare su Roma e su quel che hanno compiuto (o avrebbero potuto compiere, a seconda delle situazioni) certune personalità. E così via. Faenza è il regista italiano più bibliofilo degli ultimi anni (da Jona che visse nella balena a Marianna Ucrìa fino a I Viceré) e l’inevitabile artefice di questa operazione cinematografica: scrupoloso e fedele della materia letteraria, asciutto quanto basta per risultare secco eppure evocativo, vince in partenza grazie all’impiego di un Marcello Mastroianni meraviglioso (anziano ed ingrassato, dubbioso fino a diventare risoluto, impacciato eppure elegante) e un’ambientazione non solo suggestiva, ma anche poco vista al cinema (un Portogallo che manifesta il suo splendore nelle scene delle cure termali di Pereira).
Con due ingredienti del genere (più ovviamente il romanzo di Tabucchi) solo un cretino avrebbe affondato la barca. Faenza non è affatto cretino, ma sbaglia due o tre cose: innanzitutto l’impiego di attori svogliati (Stefano Dionisi e Nicoletta Braschi al loro minimo storico) che fanno sobbarcare il peso della baracca a Mastroianni (e, parzialmente, a Daniel Auteuil); poi una certa verbosità in alcuni passaggi (nella seconda parte), forse evitabili, ma al contempo funzionali; e, probabilmente, una sceneggiatura talmente pulitina e perfettina da risultare prevedibile. Per fortuna nel film c’è anche altro: critica lucida al totalitarismo e alla censura, al bigottismo e al servilismo, vale anche come ritratto di un uomo crepuscolare a cui la vita offre un’occasione per darvi un altro significato. Merito di un autunnale Mastroianni, che raggiunge l’apice della sua caratterizzazione nel bagno a mare.
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