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Sostiene Pereira

Regia di Roberto Faenza vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sostiene Pereira

di passo8mmridotto
8 stelle

Roberto Faenza ha portato sullo schermo un piccolo capolavoro, nel 1995, in una Lisbona euforica per i preparativi dell'Expo del 1998, ancora neppure sfiorata dalla latente crisi economica che stava per abbattersi sull'Europa.

Faenza ricostruisce bene la vita della città, oppressa dal regime di Salazar. Siamo nel 1938. Marcello Mastroianni viene chiamato a interpretare un ruolo difficilissimo, il dottor Pereira, giornalista e redattore del quotidiano "Lisboa", è personaggio di difficile gestione, soprattutto nelle sue intime riflessioni sulla morte e nel volere rimanere neutrale in una situazione che per il Portogallo stà velocemente evolvendo verso la guerra civile. Nonostante questo, si aggiorna continuamente sulle sorti della sua nazione, con le notizie che gli vengono passate dal un certo Manuel, cameriere del Cafè Orquidèa che Pereira frequenta giornalmente.

Pereira/Marcello Mastroianni si muove camminando a fatica nelle strade e nelle piazze del centro, ma ama anche i luoghi solitari, le stradine vicine al centro storico, i tram che portano alla Cattedrale e al Castello. E' la Lisbona dei profumi di carne e pesce alla griglia, del clima oceanico che porta brezze piacevoli e nebbie di calura insopportabili, pioggie torrenziali e cieli azzurri senza nuvole. Si muovo a fatica, nella sua Lisbona, a causa delle sue malattie, ed è soggetto a mutevoli stati d'animo, dalla latente depressione  all'euforia controllata dell'uomo che vive in bilico tra la democrazia e l'antidemocrazia.

Una vera prova di maturità artistica, per Marcello Mastroianni, affiancatato da un giovanissimo Stefano Dionisi che ha fatto del suo meglio per farsi notare.

Tra i comprimari, convincenti i ruoli di Daniel Auteuil e Joaquim de Almeida, mentre appare defilata la figura interpretata da Nicoletta Braschi.

La fotografia è ineccepibile, offre scorci di Lisbona che la musica di Ennio Morricone rende magici.

La sceneggiatura, molto precisa nella ricostruzione dei luoghi e dei fatti, indugia molto con la mdp sul volto espressivo e invecchiato di Pereira/Marcello Mastroianni, mentre nelle riprese in interno fa apprezzare gli azuleios che abbelliscono le pareti di locali pubblici e abitazioni.

 

IL ROMANZO

 

Antonio Tabucchi, autore del romanzo "Sostiena Pereira" da cui è tratto il film, ha amato Lisbona almeno quanto l'ha amata il suo personaggio principale, tanto da trasferire la sua residenza in Portogallo, dove purtroppo è deceduto prematuramente.

Conoscendo bene Lisbona, quella che il turista non vede perchè non sà, Tabucchi, nel suo romanzo, colloca il dottor Pereira nel periodo esatto in cui la vicenda è avvenuta, nell'agosto del 1938, al culmine della opprimente dittatuta di Antonio de Oliveira Salazar, mentre infuria la guerra civile in Spagna, ormai ai confini del Portogallo, e resiste il regime fascista in Italia,con le sue minacciose mire espansionistiche, che lo stesso Salazar non vede di buon occhio, essendo anch'egli impegnato a tenere sotto scacco le colonie portoghesi in Africa con la repressione più spietata e violenta, finalizzata al maggiore sfruttamento economico possibile.

  

LA STORIA

 

Pereira è un giornalista di cronaca, al quale è morta la moglie di tisi. Il direttore del quotidiano "Lisboa" gli affida la pagina culturale, nominandolo redattore. La redazione consiste in una stanzetta spoglia e misera in Rua Rodrigo da Fonseca. Unico conforto, un ventilatore "asmatico", che funziona quanto decide di funzionare.

Da quando sua moglie è morta, Pereira si sente attratto dagli argomenti e dalle letture che riguardano la morte.

Un giorno, sfogliando una rivista,  gli capita sotto gli occhi un articolo a firma di un certo Monteiro Rossi (Stefano Dionisi), che poi

Pereira scoprirà essere di origini italiane. E' una riflessione sulla morte, tratta da una tesi discussa all'Università di Lisbona dove

Francesco Monteiro Rossi si era laureato in filosofia.

Pereira contatta Rossi per un colloquio, e gli offre una collaborazione per il suo giornale: dovrà occuparsi di scrivere necrologi, e anche "coccodrilli", quelle biografie mortuarie da tenere sempre pronte per quando muoiono personaggi importanti, specialmente scrittori.

Rossi accetta, ma solo perchè non ha altro lavoro, e cerca di far passare al suo redattore articoli contro il regime e i suoi sostenitori, ma Pereira è costretto a cestinarli, avendo paura di sottoporli alla censura. In effetti, Pereira crede fermamente di essere neutrale, in quella fase così delicata per il suo paese, e finge di essere poco interessato a quello che succede in Portogallo e nelle colonie, anche se ogni giorno si reca al Cafè Orquidèa dove il cameriere Manuel (Joaquim de Almeida) lo informa sugli avvenimenti che coinvolgono il paese.

Pereira soffre per il clima asfissiante di agosto, e i suoi disturbi si acuiscono, per cui il suo medico gli consiglia di recarsi per una settimana a Parede, per sottoporsi a talassoterapia.

Nella clinica, che si trova a metà strada tra Lisbona e Cascais, conosce il dottor Cardoso ( Daniel Auteuil), uomo di grande cultura e appassionato di letteratura francese, che diventerà suo amico.

Rientrato a Lisbona, Pereira riceve la visita di Monteiro Rossi e di un suo cugino sovversivo, che gli chiedono ospitalità. Pereira non può ospitarli in casa sua, ma li fa alloggiare in una pensione lontana dalla sua abitazione, e paga lui l'affitto per tre giorni.

Dopo alcune settimane Monteiro si presenta a casa di Pereira, stanco e affamato, e questa volta Pereira commette l'errore di ospitarlo, ma l'uomo è seguito da spietati poliziotti che lo stavano pedinando, dopo che avevano arrestato suo cugino.

Fanno irruzione nella casa di Pereira e lo percuotono sino a farlo morire, nell'intento di farsi dire dove si trovasse la sua compagna

Marta (Nicoletta Braschi), che comunque ha un ruolo secondario nella vicenda.

Pereira viene minacciato di morte se avesse denunciato l'accaduto, ma non accetta tanta violenza, finalmente capisce quanto sta

realmente accadendo nel suo paese, e scrive un articolo che riesce a far pubblicare nella prima pagina del "Lisboa" grazie alla complicità del dott. Cardoso. L'articolo descrive l'assassinio di Monteiro Rossi, "morto per avere seguito la ragione del cuore".

Temendo le prevedibili conseguenze, Pereira cerca rifugio all'estero, grazie a documenti falsi appartenuti a Monteiro Rossi,

dove continuerà la sua vita da intellettuale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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