Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Uno dei Bergman sicuramente meno ispirati, parzialmente rinnegato dall'autore stesso (regista e sceneggiatore), che però ha di buono la proposta di una serie di riflessioni sul tema del tradimento desolantemente 'umane', alla stessa maniera insomma in cui il Maestro svedese ha in precedenza affrontato temi quali la religione, la realizzazione personale o l'amore. E proprio l'amore è al centro della storia, con una protagonista ancora una volta femminile (la sempre brava Andersson) divisa fra due uomini - e peraltro moglie infedele di un dottore, allo stesso modo di Emma Bovary. Ma qui non c'è nulla del personaggio di Flaubert: Karin è profondamente innamorata e felice del marito e si ritrova dentro all'adulterio quasi inconsapevolmente, come per gioco, proponendosi all'amante con uno spirito a cavallo fra quello innocente di una bambina curiosa e quello di una donna adulta che va responsabilmente incontro al suo dovere. Questo mix irrisolto caratterizza già una falla non indifferente - quantomeno per Bergman - nella costruzione del personaggio centrale della storia; quasi senza dubbio si tratta comunque di una contraddizione voluta, tesa a mettere in luce i paradossi della relazione coniugale, concretizzazione di un ideale ed al contempo gabbia che sopprime le alternative possibilità. Come una statuetta di legno corrosa al suo interno dalle tarme, ecco che Karin (l'uomo in sè, essenzialmente) si lascia tormentare dai dubbi e dalle passioni contrastanti; che la scelta finale ricada sul ritorno all'ovile è solo il segno da parte di Bergman di voler conferire alla pellicola un finale comunque 'lieto', accettabile dal grande pubblico. Infatti il film non andò affatto male al botteghino; fu però, come si è visto non senza ragione, stroncato dalle critiche. Note di merito anche per i due protagonisti maschili, il 'solito' monumentale (soprattutto sui primi piani, vedi la scena in cui espone l'aut-aut alla moglie) Von Sydow e l'esordiente, nel cinema del regista, Gould. 5/10.
Karin è felicemente sposata con un dottore; hanno una bella casa e due figli, nonchè la stabilità economica. Un giorno nella sua vita però si insinua l'archeologo David. Karin cede alla tentazione dell'adulterio ed il rapporto, che pure parte blando, ben presto diventa una vera e propria relazione extraconiugale. Occorrono due anni al marito per capire la situazione e mettere Karin di fronte alla scelta: o l'uno o l'altro.
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