Il tranquillo e felice ménage familiare di Karin e Andrea, una coppia che vive in un paesino della provincia svedese, viene sconvolto dall'arrivo di David, un giovane archeologo ebreo. Tra Karin e David inizia una tempestosa relazione, destinata a durare fino a quando Andrea, venuto a conoscenza della cosa, non costringe la moglie a prendere una decisione definitiva. Dovrà scegliere tra lui e l'amante.
Note
Un film bizzarro del maestro, da tutti considerato irrisolto e persino kitsch per alcune ricercatezze visive. Tuttavia il ritratto della coppia lascia il segno, e gli interpreti sono bravissimi. Andersson e Von Sydow sono bergmaniani doc, ma non sfigura neanche Gould.
E’ di nuovo l’inconscio (la terra in cui tutto è presente e nulla può essere dimenticato) la linfa vitale di una regia che si concretizza in una claustrofobica cornice circoscritta che assume il ruolo di elemento catalizzante e metaforizzato particolarmente indicato per far esplodere i drammi e le contraddizioni della coppia all’arrivo dell’intruso
Non è certo un film che si pone fra il maggiori risultati del Maestro (per alcuni critici, e cito il Morandini, addirittura il suo più brutto in assoluto). Potremo considerarlo dunque più che parzialmente irrisolto, un percorso realizzato riproponendo molte delle modalità espressive del suo cinema, in un momento in cui forse latitava un poco l’ispirazione… leggi tutto
Karin e Andrea sono sposati di diversi anni ed hanno due figli. Il loro è un matrimonio tranquillo fino a quando David, un giovane archeologo ebreo, entra nella loro vita. David si innamora di Karin che decide di dare inizio ad una relazione con lui. Quando Andrea scoprirà il menage Karin si troverà costretta a prendere una decisione.
Un film di Bergman centrato sulle… leggi tutto
Uno dei Bergman sicuramente meno ispirati, parzialmente rinnegato dall'autore stesso (regista e sceneggiatore), che però ha di buono la proposta di una serie di riflessioni sul tema del tradimento desolantemente 'umane', alla stessa maniera insomma in cui il Maestro svedese ha in precedenza affrontato temi quali la religione, la realizzazione personale o l'amore. E proprio l'amore… leggi tutto
Karin e Andrea sono sposati di diversi anni ed hanno due figli. Il loro è un matrimonio tranquillo fino a quando David, un giovane archeologo ebreo, entra nella loro vita. David si innamora di Karin che decide di dare inizio ad una relazione con lui. Quando Andrea scoprirà il menage Karin si troverà costretta a prendere una decisione.
Un film di Bergman centrato sulle…
Karin (Bibi Andersson) è una casalinga appagata dal matrimonio con il neurologo Andreas (Max von Sydow) e rattristata dlla recente morte della madre, spirata in ospedale; proprio qui la donna incontra per la prima volta, in maniera del tutto casuale, David Kovac, un archeologo straniero, di origini ebree. I due si rivedranno a casa dei coniugi, complice un invito a cena del medico: David…
Essendo un film su commissione, L'adultera non è una delle opere migliori di Bergman, tanto che egli stesso dichiarò che era servita soprattutto a rimpinguargli il conto in banca. E tuttavia, anche se manca lo scavo psicologico tipico delle opere migliori del maestro, non è un film da liquidare come un'opera minore punto e basta. Perché è la storia di un amore malsano e particolare, ma…
Uno dei Bergman sicuramente meno ispirati, parzialmente rinnegato dall'autore stesso (regista e sceneggiatore), che però ha di buono la proposta di una serie di riflessioni sul tema del tradimento desolantemente 'umane', alla stessa maniera insomma in cui il Maestro svedese ha in precedenza affrontato temi quali la religione, la realizzazione personale o l'amore. E proprio l'amore…
Non è certo un film che si pone fra il maggiori risultati del Maestro (per alcuni critici, e cito il Morandini, addirittura il suo più brutto in assoluto). Potremo considerarlo dunque più che parzialmente irrisolto, un percorso realizzato riproponendo molte delle modalità espressive del suo cinema, in un momento in cui forse latitava un poco l’ispirazione…
Ha compiuto oggi 70 anni una vera icona del cinema americano degli anni Settanta. Ha dato spesso il volto ai personaggi altmaniani (indimenticabile nel "Lungo addio" e in "California Poker").
La metafora del tarlo che corrode in profondità il legno dell’immagine sacra rimanda direttamente alla condizione altrettanto precaria e perniciosa dei due protagonisti che vivono all’unisono la loro disadorna storia di (dis)amore morboso in quello che a torto è stato definito il più brutto film bergmaniano (privilegio che a nostro parere spetta di diritto allo scioglilingua “För att…
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E’ di nuovo l’inconscio (la terra in cui tutto è presente e nulla può essere dimenticato) la linfa vitale di una regia che si concretizza in una claustrofobica cornice circoscritta che assume il ruolo di elemento catalizzante e metaforizzato particolarmente indicato per far esplodere i drammi e le contraddizioni della coppia all’arrivo dell’intruso
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