Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film
Il “coglionello” Anacleto (Cletino, secondo la moglie) Pulzone è un chirurgo dell'esercito ossessionato dalle scarse dimensioni del proprio pene. A causa del suo complesso, e nonostante sia “arrapèto come un lupo giapponese”, l'irascibile ufficiale non riesce a concludere con l'avvenente dottoressa sudafricana Eva Russell, che pure gli invia inequivocabili segnali. L'unica soluzione per consumare con la bella collega senza fare figuracce può essere solo un trapianto con l'organo sessuale del soldato Arturo Mazzancolla, il classico tappo superdotato delle barzellette.
Un incontenibile Lino Banfi, ben assistito dalla spalla Alvaro Vitali, consegna allo straculto una divertente commedia di grana parecchio grossa, ma tutto sommato meno scollacciata della media di simili prodotti (Nadia Cassini non è la Fenech e concede pochissimo in termini di epidermide scoperta, giusto la solita doccia e molteplici primi piani del suo rinomato Lato B). Spassosissime le sfuriate del coglionello Pulzone con i suoi sventurati sottoposti (Mazzancolla in testa).
Adeguata la regia dell'onesto artigiano Michele Massimo Tarantini, bravo a soddisfare la richiesta di grasse risate del pubblico popolare dell'epoca, confezionando una scatenata atellana con quattro attori e altrettante lire di budget.
Buona commedia(ccia) all'italiana per palati da trattoria: 6/10.
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