Regia di Milos Forman vedi scheda film
La versione Director's Cut porta la pellicola alle tre ore di durata lasciandola sostanzialmente inalterata. Il remaster audio favorisce lo spessore musicale ma crea allo spettatore televisivo problemi di dinamiche eccessive accentuando un divario mostruoso tra il livello volumi dei dialoghi e quello delle opere mozartiane, altissimi a confronto. La corrosiva e infetta invidia del Salieri romanzato e sceneggiato da Shaffer (Oscar) risulta sempre un fantastico pilastro narrativo e l'interpretazione di Murray Abraham (altro Oscar), specialmente da vecchio e nelle scene di confronto-scontro col divino, rende buon servigio alla scrittura. Il resto lo fanno le note e le armonie: straordinaria in tal senso la sequenza in cui Wolfi, in letto di morte, detta al "rivale" le sovrapposizioni musicali da annotare in spartito in una sorta di gara di velocità di traduzione simultanea. Stare al passo col genio è impensabile e impossibile. Il folletto imprevedibile sconsiderato bislacco volgarotto e beone dipinto da Hulce è tenero e divertente. La confezione d'insieme è un tripudio di costumi scenografie e trucco parrucco doc (ancora pioggia di Oscar). Va da sè che accompagnato il tutto al robustissimo flashback e alla ricca produzione, Forman (con l'eccezionale Cuculo alle spalle) incassi il suo più grande successo. Godibile, a patto che ci si metta il cuore in pace per le diecimila pubblicità di cui è costellata la visione su La7. Ma se il resto del palinsesto trasmette mediocrità che fare?
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