Regia di Tony Richardson vedi scheda film
Uno di quei film che oggi non attecchirebbe sul pubblico. Troppo sarcastico, sopra le righe, ironico e auto-ironico, iconoclasta, anticonvenzionale senza gli eccessi di una demenzialità fine a se stessa. Nessuno capirebbe l'operazione di un cinema che gioca a carte scoperte senza pretendere di essere altro che cinema. Si sa, l'uomo comune vuole essere ingannato. E' talmente frustrato e alienato nel quotidiano, e lo sarà sempre di più, che dal cinema chiede un'evasione totale dalla realtà - un obiettivo tecnologico che si sta sempre di più raffinando grazie alla spinta della domanda. 'Tom Jones' mostra l'umanità così com'è e non come vorremmo che fosse: cinica, violenta, avida, ambiziosa, infedele, disamorata, vile, sfaccendata, amorale, in una parola: vitale. Peccato che l'ambizione di raggiungere il grande pubblico pone, comunque, dei limiti borghesi alla rappresentazione. Il buono è che non fa la morale; non impone modelli di personalità tanto nel comportamento quanto nell'aspetto (che è quello che generalmente cerca lo spettatore comune da un film in quanto rappresentazione sociale. 'Mi sento proprio così'...' E' come me' ... 'Mi piacerebbe essere così'... 'Ecco come dovrebbe comportarsi una persona sana e perbene'). Da qualunque punto di vista si pone in un'altra dimensione spazio-temporale e quindi vicino al nucleo vero della vita. Demolisce tutti gli specchi con lo spirito festoso di una satiro. Con lo stesso atteggiamento festoso Richardson compone il suo spettacolo mettendo in scena la gioia di vivere che è, insieme il piacere di giocare al cinema, in barba a tutte le buone maniere e agli standard tecnici. Bella e terribile la scena della battuta di caccia al daino che fugge finché non viene sbranato dai cani, con inquadrature aeree e veloci carrellate laterali tra gli alberi del bosco, intervallate da istantanee con le espressioni dei personaggi. 'Terrific' direbbero gli americani ( un'espressione che piacerebbe tanto a Severino). Sono momenti di alta perizia cinematografica affiancati da altri momenti in cui la composizione si fa più convenzionale e meno personale diventando così datata. E' facile capire la ragione dell'Oscar. E' un atto liberatorio di matrice borghese - non si eccede mai veramente. E' solo un'impressione. - e un gran lavoro da parte di tutte le maestranze tecnico-artigianali: costumi, trucco, scenografia, montaggio, fotografia...
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