Regia di Harald Reinl vedi scheda film
Horror tedesco in debito con il gotico americano di Roger Corman e con quello più visionario italiano di Mario Bava. I riferimenti a Edgar Allan Poe sono limitati a un finale che cita apertamente "Il pozzo e il pendolo".
Bürgstadt. Per avere ucciso dodici donne, il conte Frederic Regula (Christopher Lee) viene condannato alla pena di morte, quindi squartato da quattro cavalli durante una pubblica esecuzione. Trentacinque anni dopo l'avvocato Roger Mont Elise (Lex Barker) riceve una lettera dal conte Regula con invito al castello di Andonai, situato nella valle del Saarland. Roger, abbandonato appena nato dai genitori, crede di poter ottenere indicazioni sulla sua famiglia d'origine e si mette in marcia per raggiungere la località. Al viaggio si unisce prima un prete, diretto ad Andonai per battezzare un bambino, quindi la baronessa Lilian (Karin Dor) [1], anch'essa diretta al castello per questioni di eredità. Dopo essere stata salvata da Roger, dall'aggressione di una banda di ladri, Lilian si unisce al gruppo che procede nel viaggio attraversando una sterminata foresta. Giunti a destinazione, i viaggiatori finiscono imprigionati nel castello dal servo di Regula, un morto vivente rianimato con l'elisir del sangue di dodici vergini, pronto ad eseguire gli ordini del suo padrone. Regula infatti non è definitivamente morto, potendo rivivere temporaneamente sino a compiere il suo obiettivo: uccidere Lilian (e con il suo sangue ottenere un elisir di lunga vita), figlia della tredicesima vergine scampata al delitto in passato e vendicarsi del giudice che lo ha condannato, eliminando il figlio che è proprio Roger.
Stravagante esemplare di horror tedesco scritto da Manfred R. Köhler, sceneggiatore che sembra trarre ispirazione dalle opere di alcuni registi italiani (Mario Bava) e americani (Roger Corman), subendo più semplici suggestioni pure dal racconto "Il pozzo e il pendolo" di Edgar Allan Poe. Eccessivo e retorico nella messa in scena, con scenografie gotiche e colori brillanti, riesce a farsi apprezzare per come, grottescamente, affronta il tema: il viaggio in carrozza nel bosco sinistro (mutuato dal capolavoro di Mario Bava, La maschera del demonio) resta memorabile esempio di horror visionario e macabro, ma con non indifferenti tocchi di humor nero, garantiti dalle reazioni del pavido cocchiere. A torto, Christopher Lee (1922 - 2015) non ne andava fiero [2]. La 13a vergine avrebbe dovuto costituire il primo capitolo di una serie prematuramente interrotta a causa dello scarso riscontro al botteghino. Il regista Harald Reinl, sulle scene dal 1949 sino al 1987, all'epoca si era distinto in particolare per avere diretto svariati noir, alcuni "krimi" tipo Lo strangolatore dalle 9 dita (1963) e un paio di seguiti sul dottor Mabuse (Il ritorno del dottor Mabuse, 1961 e Gli artigli invisibili del dottor Mabuse, 1962). Sul finire della carriera Reinl si dedicherà, curiosamente, alla realizzazione di documentari sul tema della archeologia misteriosa, ispirati dagli scritti di Erich von Däniken, girando Gli extraterrestri torneranno (1970), In search of ancient astronauts (1973) e Mysteries of the gods (1976).
Curiosità [3]
Gli impressionanti dipinti presenti nel film furono realizzati dal pittore surrealista Gabriel Pellon.
La 13a vergine è stato girato a Rothenburg ob der Tauber, una delle cittadine medievali meglio conservate in Europa, e nella torre Siebersturm.
Non chiamatelo Dracula - Christopher Lee raccontato da Luigi Cozzi [4]
"Christopher Lee, inglese di origine nobile e anche italiana, parla diverse lingue ed ha iniziato la sua attività alla fine degli anni Quaranta - inizio degli anni Cinquanta - quando venne in Italia per partecipare come attore in Il corsaro dell'isola verde, con Burt Lancaster, film che ha fatto un pò da modello a Il pirata dei Caraibi, nel quale Christopher Lee interpretava un personaggio cattivissimo. Si è specializzato infatti - pur essendo un uomo molto bello e affascinante - in parti da cattivo, ed è stato il primo mostro della Hammer perché ha interpretato, nel 1956, La maschera di Frankenstein; lui era la creatura, il mostro, un essere veramente spietato ed è diventato celebre proprio con la Hammer, perché nel 1958 ha interpretato Dracula. E, da allora, è diventato Dracula il vampiro per tutto il mondo, interpretando tanti film di vampiri, persino uno in Italia con Renato Rascel (Tempi duri per i vampiri). Christopher Lee curiosamente, però, detesta essere paragonato a Dracula. Si offende se qualcuno gli ricorda di aver interpretato Dracula. Io mi ricordo un curioso incidente che accadde in Italia, durante una trasmissione televisiva del Maurizio Costanzo Show: Christopher Lee venne invitato, visto che si trovava a Roma per girare un film (Jackpot, 1992, n.d.r.) con Adriano Celentano, a Cinecittà. Maurizio Costanzo gli si avvicinò tutto baldanzoso e gli disse: 'Lei è l'attore che ha interpretato Dracula, ci parli un pò del personaggio'. Christopher Lee, davanti alle telecamere, si rifiutò di parlare di Dracula, avendo preso parte a molti altri film di diverso genere. Ci fu uno scambio di battute piuttosto aspre e Maurizio Costanzo ci rimase malissimo, si offese praticamente, e si staccò da Christopher Lee: per tutto il resto della trasmissione non gli rivolse più la parola. Questo perché Christopher Lee riteneva di essere un attore a tutto campo e, nel corso degli anni, lo ha dimostrato. Si era staccato dal ruolo di Dracula, diventando famoso anche con altri personaggi. È stato il fratello di Sherlock Holmes nel film La vita privata di Sherlock Holmes; è stato il cattivo nazista in 1941 di Steven Spielberg; è stato uno dei maghi malvagi ne Il signore degli anelli; è stato uno Jedi traditore in due episodi di Guerre stellari. Insomma si è guadagnato una fama come attore a tutto campo. Però, onestamente, anche se detesta essere accostato a Dracula, Christopher Lee, per tutti, rimane Dracula, perché è il primo Dracula a colori, è il primo Dracula con i canini e soprattutto perché era perfetto in quella parte. Suo malgrado, anche se detesta essere accostato ai film dell'orrore - credo che ne abbia fatti cento, quindi è un pò curioso il rifiuto di Lee verso questo genere. Però anche se detesta essere accostato al mito del vampiro e alla figura di Dracula, Christopher Lee, per tutti, è Dracula."
NOTE
[1] Karin Dor, presenza fissa nei krimi ispirati dai romanzi di Edgar Wallace, era la moglie di Reinl, convolata a nozze, appena diciottenne, con il regista nel 1954.
[2] Nell'autobiografia "Tall, dark and gruesome", Christopher Lee definisce La 13a vergine come "una mal riuscita commistione tra Il pozzo e il pendolo, Il gobbo di Notre Dame, The house of legends ed Eternal life".
[3] Dal booklet allegato al DVD Sinister.
[4] Dall'introduzione al film La 13a vergine, contenuta nel DVD Sinister (pubblicato nel 2008).
"L'horror è diventato un genere che si è riempito di sangue, sangue, sangue. Non capivano che mostrando tutto al pubblico, un giorno avrebbe reagito dicendo, basta, basta. Credo che il livello di questi film si sia abbassato molto e con risultati spesso disgustosi."
(Christopher Lee)
Trailer
F.P. 29/05/2022 - Versione visionata in lingua italiana - DVD Sinister (durata: 79'53")
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