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La scuola

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su La scuola

di zombi
8 stelle

ultimo giorno di scuola. tempo di scrutigni. i ragazzi sono ragazzi e aspettano le vacanze come nient'altro al mondo e i professori si destreggiano tra il dover dare un voto e dare un senso ad una professione che non sembri un timbrare un cartellino fine a se stesso. si è vero il soffitto della biblioteca crolla, i ragazzi disegnano una scuola in cui non figurano aule e professori e dove è tutto devoluto al benessere del giovane che davanti a sè  si trova un futuro ma che questo futuro dev'essere coltivato a fitness, sesso e divertimento e si è vero, il professore vivaldi passa parte del suo tempo a cercare di raccogliere i soldi spesi per il regalo d'addio alla professoressa pensionanda, a scoprire chi è l'amante della professoressa majoli e a cercare di interrogare il mitico cardini la cui unica qualità pare quella di fare benissimo la mosca. il 1995 pare un secolo fa e questo film lo vidi e lo amai al cinema, vedendolo e rivedendolo in tv. rivisto così quasi per caso ieri sera su iris, non ha perso un grammo della sua melanconica buona riuscita. i tempi sono perfetti per una commedia italiana che non appartenga alle decadi mitiche e si ride ancora di gusto più e più volte. ma i rimpianti sono dietro alla risata che si spegne e gli sguardi dei professori si perdono miseramente alla ricerca di uno studente che sia uno che sia diventato parte dell'italia che conta, come gracchia il professore mortillaro. alla fine vivaldi si lascia alle spalle le porte della scuola che riaprirà a settembre e la professoressa che parte per le vacanze con marito e figlioletta e quello che le deve dire glielo dirà quando si rivedranno. vivaldi ha perso clamorosamente l'occasione di vivere un romanzo d'amore fuori tempo massimo, ma bello proprio per questo. brutto anatroccolo dalle intenzioni lodevoli che deve fare i conti con un leviatano putrescente e semi diroccato e giovani che faticano brutalmente a sapere cosa vogliono da quel mondo che li aspetta fuori dalle rosee mure scrostate della tanto odiata e scansata scuola. luchetti ottiene il meglio dalla sceneggiatura e dai dialoghi, per non parlare della squadra di attori che sono letteralmente in stato di grazia. orlando, galliena e bentivoglio per parlare dei "grandi" ma che dire delle eterne spalle antonio petrocelli(cirrotta)per il quale ogni cosa è da riportare alla mazza. oppure del mitico mortillaro di roberto nobile, che manderebbe tutti a zappare la terra(.... "ho insegnato io il francese?...." "hanno imparato loro il francese?...." "no! e allora a zappare la terra"), il preside di mario prosperi e dei suoi strafalcioni linguistici, la terrorizzata lugo di enrica maria modugno. 

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