Regia di Alain Resnais vedi scheda film
“Tu da ora e per sempre sarai Hiroshima” - “ E tu Nevers”.
L'insensata stupidità della guerra, le divisioni e gli antagonismi che crea, sono superati e resi ancor più illogici, incomprensibili, dalla forza dell'amore, che si manifesta qui attraverso una forte attrazione sessuale tra un'attrice francese recatasi su un set di un film internazionale con argomentazioni ed ambizioni pacifiste, ambientato non a caso nella città di Hiroshima, ed un distinto giovane uomo d'affari del posto, suo coetaneo.
“Quattro volte ho visto quel museo e le sue testimonianze“ confida la donna al suo amante per cercare di fargli comprendere che conosce bene ciò che la storia drammaticamente racconta.
“Tu non hai ancora visto niente” risponde ripetutamente, inflessibile e imperturbabile lui, mentre immagini terrificanti delle conseguenze dello scoppio atomico sulla popolazione, nonché lunghe suggestive carrellate tra i corridoi d'ospedale si alternano a dinamiche architetturali geometriche che comunicano novità e ricostruzione, dopo il devasto e la cancellazione totale.
Solo dopo quindici minuti quasi documentaristici scanditi da un energico alternarsi di battute, il gran regista Alain Reisnais sceglie di mostrarci finalmente i suoi due protagonisti, avvinghiati nudi uno sull'altro, dopo l'atto della passione: a ricordare l'uno, e a cercare di comprendere l'altra.
Poi l'intima scoperta di sé stessi si allarga coinvolgendo la sfera intima e sentimentale di entrambi, facendo emergere da un lato la stabilità di situazioni familiari apparentemente cristalline, realizzate e felici, e dall'altro una vicenda amorosa contrastata nel passato della donna, proprio ai tempi di quella guerra mondiale la cui fine fu drammaticamente suggellata dallo scoppio della bomba sulle due città nipponiche. Un amore proibito e contrastato dalle circostanze, di cui l'amante giapponese diviene l'unico depositario delle confidenza della donna, che prima d'ora ad alcuno ha mai confidato la vicenda nei suoi intimi e scottanti particolari; una storia clandestina tra la giovane ragazza delle campagne di Nevers, cittadina nata con ambizioni di grande capoluogo sulle rive sabbiose della Loira, ma rimasta una tipica, angusta cittadina di provincia, ed un soldato tedesco. Una passione coltivata nella clandestinità della campagna francese, che avrà una conclusione drammatica e con lunghi e amari strascichi psicofisici sulla giovane perdutamente innamorata.
Hiroshima mon amour è il capolavoro di una cinematografia di per sé altissima da parte di uno dei più importanti cineasti francesi del '900, quale è incontestabilmente Alain Reisnais.
Ma è ancora di più la dimostrazione forte e convinta che l'amore ed il sentimento sono più forti di ogni traversia e conflitto internazionale, politico o razziale. La testimonianza che, almeno singolarmente, privatamente, l'amore non ha pregiudizi o ideologie, ma che al contrario sono i fenomeni di massa, le correnti di pensiero, gli antagonismi ideologici, a creare barriere, muri, o i crateri devastanti e perenni che una bomba come quella su Hiroshima ha procurato, non solo fisicamente, alla storia dell'umanità.
Dialoghi serrati in una sceneggiatura limpida e travolgente di passione e sentimento, che portano la firma illustre di Marguerite Duras. Una direzione che si posa sui corpi senza indulgere in manierismi, ma nemmeno senza eccedere in moralismi o falsi pudori, in quegli anni pressoché dilaganti.
Emmanuelle Riva è indimenticabile, intensa e determinata, forte anche quando deve cedere al mondo che la giudica e ne prende le distanze: il suo bel volto giovane, vagamente triste ed espressivo ci ricorda, trasponendola nel tempo, una sua potenziale figlia d'arte che potrebbe essere Marion Cotillard.
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