Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Intenso monologo intervallato da sporadici dialoghi sulla medesima, infinita ed irrisolvibile tematica: la memoria. E cioè l'esistenza, l'eternità, l'infinito, la vita e la morte, l'amore e la morte stessa. Sostituire a piacimento 'intenso' con 'patetico e logorroico'. Nessun essere umano ancora in possesso del proprio lobo frontale può resistere allo sbadiglio che follemente si insinua in gola allo spettatore per tutta quanta l'ora e mezza di Hiroshima mon amour. E' scientifico. Va da sè che se il film è stato osannato per mezzo secolo, qualcosa di buono ce l'avrà pure: le scene di Resnais sono cariche di suggestione e di significato, senza dimenticare il prologo semi-documentaristico che è (probabilmente?) la parte migliore del film tutto. Maneggiare con cura.
Una decina d'anni dopo l'atomica, ad Hiroshima un'attrice francese vive una fugace storia d'amore con un architetto giapponese, sposato. La brevità del loro appassionato incontro le fa tornare in mente la relazione avuta con un soldato tedesco proprio nei giorni in cui Hiroshima veniva sepolta viva.
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