Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Resnais, prossimo ai settant'anni, dimostra come sia possibile offrire un cinema fresco, curioso, vitale e a suo modo originale ormai ad un secolo dalla nascita della settima arte. C'è solo da imparare dall'attitudine al perpetuo rinnovamento del regista francese, che dei presupposti della Nouvelle vague (svecchiare il cinema e portare avanti un discorso autoriale, sperimentazione inclusa in esso) ha fatto la sua regola, costruendoci sopra un'ammirevole carriera. Qui si rivolge a Jules Feiffer, autore di fumetti non nuovo alla sceneggiatura cinematografica (Conoscenza carnale di Nichols, 1971; Popeye di Altman, 1980), per raccontare una storia intrisa del fascino immaginifico dei cartoons, arte a cui Resnais è sempre stato piuttosto legato (ma solo come fruitore); Voglio tornare a casa! nasce quindi essenzialmente come sfogo ed omaggio: sfogo di una passione finora tenuta nascosta ed omaggio all'universo delle vignette e dei loro disegnatori, artisti di assoluto rilievo troppo spesso sottovalutati. Inoltre, con un pizzico di sarcasmo sottile sottile ma non per questo innocuo, Resnais approfitta di questo tributo ad un'arte principalmente americana (il protagonista della storia viene da Cleveland) per criticare l'atteggiamento snobistico degli statunitensi nei confronti della Francia e dell'Europa in generale; manco a dirlo, il pensiero iniziale del protagonista (appunto: "Voglio tornare a casa!") si tramuterà piano piano in una ben più piacevole sensazione, complice anche il rinato rapporto con la figlia. Depardieu era già presente in Mio zio d'America (1980), la Chaplin in La vita è un romanzo (1983), ma il resto del cast è, come di consueto o quasi per Resnais, del tutto nuovo a lavorare con il regista; Adolph Green proviene dal musical di Broadway ed è una scommessa vinta: il suo Joey Welman, inizialmente scettico e pure un po' presuntuoso, lungo l'arco dei cento minuti della pellicola diviene sempre più simpatico. Invenzione estemporanea, l'inserimento (frequente) di sagome di personaggi di cartoon che suggeriscono, a mo' di voce della coscienza, cosa fare o non fare ai personaggi del film. Si segnala inoltre una narrazione più compiuta e lineare rispetto al 'solito' Resnais: ma le esigenze del genere (commedia) nuovo al regista andavano rispettate almeno in questo. 6,5/10.
Un disegnatore di fumetti americano vola in Francia, dove è atteso da un editore che lo adora. Ne approfitta anche per riallacciare i rapporti con la figlia, che in realtà non lo sopporta, e per vincere le sue diffidenze sui francesi.
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