Regia di Mario Martone vedi scheda film
Delia, una disegnatrice di fumetti, riceve una strana telefonata dalla madre che accenna a minacce misteriose; il giorno seguente il cadavere della madre è ritrovato su una spiaggia. Delia si reca a Napoli ai funerali e poi inizia una sorta di inchiesta per scoprire alcuni segreti legati al suo passato: in particolare, la circostanza misteriosa per cui lei, da bambina, accusò la madre di aver tradito il padre con un uomo soprannominato "Caserta"...
Ispirandosi ad un romanzo di Elena Ferrante, Martone dirige un dramma che a tratti ha quasi le cadenze di un thriller e che segue da vicino il percorso di Delia alla ricerca di una scomoda verità, che si rivelerà particolarmente traumatizzante e la lascerà desiderosa di dimenticare tutto nel finale. L'aspetto più interessante è forse quello della progressiva metamorfosi di Delia a contatto con le rivelazioni di un passato che lei credeva ormai svanito, e che va lentamente ricostituendosi: la metamorfosi è resa benissimo dall'interpretazione di Anna Bonaiuto, davvero magistrale nella ricchezza espressiva della sua recitazione, meritatamente premiata con il David di Donatello e il Nastro d'Argento. Ci sono diversi altri personaggi ben caratterizzati, fra cui quelli dello zio piuttosto bizzarro e umorale interpretato dall'anziano Gianni Cajafa che recita in un dialetto napoletano degno di uno Scarpetta, colorito e pittoresco al punto giusto, oppure la madre Amalia interpretata da Angela Luce, che appare poco ma lascia comunque il segno della sua presenza; tuttavia, la riuscita del film dipende in massima parte dallo sfondo napoletano sapientemente catturato da Martone: si tratta di una Napoli insolita, colorata e passionale ma anche profondamente angosciante, quasi deprimente, che la fotografia di Luca Bigazzi restituisce con una ricchezza cromatica come al solito ammirevole (basti vedere, fra le altre, la scena ambientata nella sauna). L'alternanza fra le scene del presente e i flashback girati con tonalità "seppia" mi sembra realizzata ingegnosamente, ma forse si può obiettare che la rivelazione del mistero legato al passato, che regge tutto l'aspetto da thriller, forse giunge un pò tardivamente, anche se Martone ha saputo gestire il contenuto scioccante della rivelazione stessa con grande economia di mezzi. Tuttavia il film rimane opera di assoluta rilevanza nel panorama cinematografico italiano anni Novanta per l'intensità che caratterizza il ritratto della protagonista, dalla cui ottica soggettiva è filtrata tutta la narrazione, l'ottima prova del cast e la robusta direzione di Martone, qui alla sua opera seconda, ma che resta probabilmente il suo migliore film.
voto 9/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta