Regia di Mario Martone vedi scheda film
“L’amore molesto” è quello che prova il padre di Delia (Carmela Pecoraro/Anna Bonaiuto), per sua moglie, Amalia (Licia Maglietta/Angela Luce). Un amore molesto che porta ad un amore represso, che porta a sua volta ad un amore espresso, ma forse troppo tardi. È questo il sunto, criptico quanto basta, di questa profonda pellicola di Mario Martone, che incrocia la storia di due generazioni di famiglie napoletane per denunciare alcune sciempiaggini della città partenopea: i suoi controsensi, le sue becere tendenze, le situazioni reali ma paradossali. Nonostante Martone rappresenti Napoli, egli la dipinge senza buonismo di facciata: non c’è il golfo, né le sfogliatelle, né il mandolino. Questa Napoli è antitetica a quella di Bellavista, dove tutto è poesia, anche la delinquenza. Non c’è niente di bello in quel che inquadra Martone. In realtà però non c’è nemmeno autocommiserazione nei piani d’ascolto, nei campi larghi, come nei dettagli. Quella di Martone è al contempo una vivida cronaca che si fa denuncia per volere proprio. Al di là della trama, intricata perché alternata tra le vicende odierne e quelle del passato, occorre sottolineare come il romanzo di Elena Ferrante, da cui il film è tratto, è un’opera inopinabilmente “cinematografica” che Martone, regista ma anche sceneggiatore, ha tradotto per il grande schermo con una lucidità impressionante. Nel complesso, insomma, una di quelle pellicole che riconcilia col cinema italiano.
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