Regia di Alan Parker vedi scheda film
Sebbene la satira si trasformi troppo spesso in spreco dell'orrido e del disgustoso e il grottesco baracconesco necessario rischia di esasperare, "Morti di salute" non è quel filmaccio che si tende a descrivere: infatti si sente la presenza di un ottimo regista, l'efficacia delle interpretazioni, la straordinaria leggerezza con cui le note del premio Oscar Rachel Portman trasportano il film e le risate cantate accompagnano la messa in scena di una storia comunque realistica, ironica e disincantata. La trama è un sottile gioco di contraddizioni: la clinica per la salute che arriva a portare alla morte, le prediche a favore dell'astinenza sessuale trasgredite da ognuno dei personaggi in modo piuttosto forte. E' più che altro un'occasione sprecata: Parker aveva individuato tema, cast e musiche, ma ha sbagliato impronta e ha voluto calcare troppo la mano.
Rachel Portman è meravigliosa, come ho detto prima. Riesce a creare il film tutto da sola, inventa musiche così adeguate da fare metà dell'opera. Peccato che Parker fosse distratto...
L'impronta pesante del regista, che ha gonfiato troppo gli aspetti squallidi e disgustosi della vicenda.
In questo film è un caratterista, più che un attore: infatti i suoi connotati vengono notevolmente alterati e lui completa l'opera cambiando anche il timbro di voce. Ha dimostrato di saperlo fare, come si era visto anche in "Vento di passioni": in "Morti di salute" è praticamente irriconoscibile. E' stato grande, specialmente nei flash-back riguardanti il rapporto burrascoso e d'incomprensione che aveva con George, uno dei suoi quaranta figli adottivi.
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