Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Scene musicali tratte da sketch teatrali inclusi in precedenti pellicole dirette dallo stesso Domenico Paolella (Canzoni di mezzo secolo, del 1952, e Canzoni, canzoni canzoni, del 1953). Tra i protagonisti spiccano Rascel, Sordi, Delia Scala e la coppia Lualdi-Interlenghi. Una manciata appena di minuti inediti vengono girati per l'occasione, con Adriano Celentano e il suo clan (Don Backy e Ricky Gianco) che affiancano Ernesto Calindri.
Un'ottantina abbondante di minuti di visione totalmente innocua, che consta del montaggio di spezzoni di due precedenti pellicole musicali dirette da Domenico Paolella e di un solo, misero sketch e mezzo (una breve gag musicale in apertura e l'esecuzione di Stai lontana da me nel finale) aggiuntivo realizzato espressamente per questo lavoro. Di buono ci sono i volti e i nomi sullo schermo e sulla locandina, da Alberto Sordi ad Adriano Celentano, da Renato Rascel a Lauretta Masiero – e tanti altri; di meno buono c'è tutto il resto del film, che fondamentalmente non ha né capo, né coda e che con ogni probabilità risultava un noioso riempitivo già all'epoca della sua uscita. La scusa di partenza è, come il titolo suggerisce, l'accostamento di canzoni ormai classiche, di belle melodie dei tempi odierni (per il 1962) e di qualche folgorante 'new entry' rappresentata qui per l'appunto dalla partecipazione del Clan Celentano. Ma è comunque un po' pochetto, specie se si considera che il montaggio della pellicola è brutale, privo di qualsiasi raccordo. Per veri nostalgici e completisti, in definitiva. 1,5/10.
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