Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Non so cosa era successo a Germi in questo periodo, ma aveva un’idea tutta sua di cinema sfruttando il mondo della canzone, avendo messo nel conto che i veri divi che il pubblico seguiva erano quelli delle canzoni. Aveva iniziato con Serafino scegliendo Celentano, ma avrebbe voluto anche altre partecipazioni come quella di Milva o la Vanoni, ma per scelte o altre cose la cosa rimase circoscritta a Celentano. Il film ebbe anche un certo successo, anche se la sforzatura di vedere Celentano burino ciociaro non era cosa da poco. Qui la scelta, sembra, che sia caduta sempre in Celentano, ma per ragioni diverse ripiegò in Morandi, altro divissimo del momento, il cantante ce la mise tutta, ma quello che non funzionò fu la storia stessa, che alla fine era uno dei tanti musicarelli girati dallo stesso cantante, senza però proporre le sue canzoni. Una storia quasi ridicola e scontatissima, che porta in un terreno a cui Germi è nettamente estraneo, è impossibile immaginare di indovinare che sia l’autore di questa storiella sbiadita, assieme ad altri noti come Pinelli, Benvenuti e De Bernardi, dove il facile moralismo si affaccia da ogni luogo, cosa assolutamente impossibile da immaginare per un regista come lui. Il successo non arrivò, il pubblico non rispose, giustamente, e Germi ebbe lo scossone necessario per scostarsi da un mondo inappropriato come questo, mettendo qualche anno dopo in cantiere Alfredo, Alfredo e dopo il non portato a compimento Amici Miei.
una stiriella da musicarello
Per me è un grosso dispiacere ammetterlo, dato amo Germi da sempre, ma qui siamo davvero alla frutta
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