Regia di Sam Raimi vedi scheda film
Sotto il campanile di Redemption si sfidano, a ogni rintocco d'ora, vari pistoleri, nella folle kermesse voluta da un ferocissimo boss locale (Hackman). Tra questi, il figlio disconosciuto del boss (DiCaprio), che farebbe qualsiasi cosa per conquistarne la stima, un ex brigante trasformatosi in predicatore (Crowe), un indiano che sostiene di essere invulnerabile, un bounty killer di colore e altri ancora. Ma soprattutto, c'è una donna (Stone) - l'unica - arrivata lì come il Clint Eastwood de Il cavaliere pallido e assetata di vendetta per un episodio tragico di cui fu vittima durante l'infanzia.
Sam Raimi parte da un copione di Sam Moore per costruirci sopra un film monomodulare, interamente basato su una sparatoria. Se da una parte la tensione è tanta quanta ce ne sarebbe in una finale di coppa del mondo disputata ai calci di rigore, dall'altra il giochino alla lunga stanca e il vero movente della protagonista donna si palesa soltanto in zona Cesarini, per rimanere alla metafora calcistica. Qualche carrellata all'indietro di troppo, echi di Sergio Leone eccessivamente calcati e pistoleri trapassati con fori che sembrano prodotti da bisturi dotati di laser fanno a tratti scivolare il film su un registro involontariamente grottesco.
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