Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
E' un noir a tutti gli effetti, più "scuro" di altri film di Hathaway. Al di fuori della coppia di protagonisti, infatti, tutto è intrigo, vendetta, e morte. La situazione in cui viene a trovarsi l'ivestigatore privato Mark Stevens si rivela via via una matassa intricata e lui diventa bersaglio di nemici invisibili del cui odio ignora le ragioni. Va però detto che il tutto ha radici nel suo passato, in un periodo in cui per lavoro si era immischiato certe in torbide faccende; cioè, come spesso nel noir, il protagonista è sì vittima di persecuzione, ma la responsabilità delle sventure in fondo è sua.
I personaggi che lasciano il segno sono secondo me il cinico seduttore di donne ricche interpretato da Kurt Kreuger, e il terribile proprietario della galleria d'arte impersonato Clifton Webb. Luminosa, invece, tra tante tenebre, la ragazza che aiuta il perseguitato, cioè Lucille Ball: il suo personaggio ha una funzione salvatrice, quasi la grazia divina che è venuta a salvare chi era perduto.
Da segnalare anche la bella fotografia scura e contrastata, sfruttata così bene che certe scene chiave si vedono solo dalle ombre proiettate sul pavimento. Non mancano altri effetti indovinati, come personaggi che parlano con il volto al buio, e altri che sposandosi vengono illulinati da un fascio di luce nell'oscurità.
E' un noir in piena regola, immancabile per gli appassionati del genere.
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