Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
All'inizio si fatica un po' a mettere in ordine i dettagli che la trama affastella mano a mano che procede. Poi i fili cominciano a tessere un ordito riconoscibile e si apprezzano le linee seguite dal regista con la macchina da presa, guidata da un direttore della fotografia, maestro del chiaroscuro (non per niente il titolo originale suona The Dark Corner), una New York spesso inquadrata dal basso, mai sicura, nemmeno nelle accoglienti case di una modernissima metropoli, non toccata dalla guerra che aveva messo a soqquadro l'Europa e non solo.
E in una trama che almeno in superficie non si discosta di molto dal Grande sonno (ma non c'è dietro il pessimismo chandleriano e qui lo scioglimento è da commedia rosa) si evidenzia il ruolo centrale, quasi da deus ex machina, della giovane e brava Lucille Ball. Ottimi anche gli antagonisti William Bendix (il massiccio scagnozzo "vestito bianco") e il baffetto malefico Clifton Webb (l'anziano mercante d'arte).
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