La recensione su Una messa per Dracula

Quarto capitolo dei Dracula prodotti dalla Hammer, senz'altro il peggiore. Anthony Hinds prosegue sulla strada battuta da Le Amanti di Dracula senza alcuna innovazione e tagliando del tutto i richiami a Bram Stoker. Il plot è povero, ultra diluito e pieno di buchi narrativi. Il prologo e l'epilogo sono un fulgido esempio dei limiti della sceneggiatura. La pellicola si apre con un mercante gettato giù da una diligenza da due soggetti che intendono accaparrarsi un soprammobile da una sterlina che riproduce il castello di Dracula e, per farlo, aggrediscono l'uomo che è stato il primo a proporre la cessione. Di questi due soggetti, nel corso del film, non si sa più niente. Allo stesso modo, nel finale, Dracula, infastidito da una croce, sfonda la vetrata di una Chiesa sconsacrata per ritrovarsi, senza motivo, affacciato su una Chiesa dove è in corso un rito religioso che lo inebria al punto da fargli perdere l'equilibrio e, addirittura, ucciderlo. In mezzo a tutto questo regna una grande confusione generata da un copione decisamente svogliato portato in scena senza senso del ritmo.

La trama è semplice. Tre uomini di famiglia a caccia di emozioni forti (ma in privato bacchettoni) vengono convinti da un Crowley “de noi attri” a chiudere un patto col diavolo, così da perseguire emozioni ancora più forti. I tre, poco convinti, sborsano una cifra ragguardevole per acquistare i cimeli del Contre Dracula senza alcuna garanzia circa la potenza degli stessi e senza sapere di cosa si tratti. Come se questo non bastasse, l'officiante, che si atteggia a grande esperto occulto, muore involontariamente nel corso di una sorta di comunione diabolica, dopo aver bevuto il sangue secco di Dracula debitamente rigenerato da uno spruzzo di sangue fresco. Invece di essere felice per essere stato riportato in vita, Dracula si scaglia contro i tre perditempo perché, a suo dire, avrebbero determinato la morte del suo discepolo (che in realtà ha fatto tutto per conto suo). Il film va avanti senza grandi soluzioni registiche. Sasdy, dietro la macchina da presa, fa peggio non solo di Fisher ma anche di Freddie Francis. Cala il gore e probabilmente anche l'erotismo.

Dracula ipnotizza le sue vittime e ordina loro di commettere omicidi in suo conto. Curiosamente non vampirizza la damigella del protagonista, sebbene se la porti dietro ovunque e sebbene questa abbia ucciso per lui e dorma sopra la sua tomba bramando di essere morsa. Un'attrazione a cui la donna rinuncia non appena Dracula le dice di non aver più bisogno di lei. Un rifiuto che porta immediatamente la giovane a redimersi e a tornare a patteggiare per il vecchio fidanzato, un cambio di orientamento che porta alla sconfitta di Dracula.

Brutto il finale (da parodia involontaria) con Lee che scaglia di tutto contro il protagonista, senza peraltro prenderlo, mentre inveisce in modo scomposto.

Fracassone, scritto male e senza un vero e proprio rivale che fronteggi in modo adeguato il principe delle tenebre (di fatto si condanna da solo). Ralph Bates, nei panni di Lord Courtley, è l'unico attore che riesce a spiccare, ma purtroppo esce di scena a metà film. Male i tre viscidi frequentatori di bordelli.

Inutile girarci intorno. Visti i precedenti e la produzione, Una Messa per Dracula è un brutto film. Ci sono solo due momenti da ricordare: il balletto di una squillo che agita sul proprio collo un boa e, soprattutto, la sequenza (ottima, ma è l'unica) in una Chiesa sconsacrata in cui si prepara il ritorno di Dracula. Poco, tremendamente poco. Peggiorano anche fotografia e scenografie, ma anche il montaggio con Lee che spesso e volentieri appare in modo sconnesso tra le varie inquadrature. Molto sopravvalutato.