Un finanziere di Huston scopre, alla morte dell'odiato fratello, di avere un figlio che è stato cresciuto in un gerontocomio. Lo recupera, ma Pinocchio (così si chiama il giovane) non si adatta alla vita in cui il padre lo vorrebbe inserire. Fugge con la delinquente Lucy Light (versione femminile di Lucignolo), conosce l'amore e la libertà. Poi Lucy Light muore, ma Pinocchio non si tradisce. Costato uno sproposito e pochissimo remunerato al botteghino, il film è più sbagliato che brutto, oppresso da un cumulo di velleitarie ambizioni a cui il polso dell'autore-interprete si dimostra inadeguato. Si ride un po', ma si sbadiglia parecchio.
L'equilibrio non è esattamente la virtù di questo film
indubbiamente strambo, debordante e sproporzionato, ma neppure osceno ed inguardabile come molti ritengono. In certi casi i difetti non necessariamente annullano i pregi; pregi e difetti coesistono e danzano insieme. Questo, a mio avviso, è uno di quei casi...
Non è il disastro che tutti dicono, ma uno spreco sì, di soldi e di tempo (almeno la prima mezz'ora). Nuti ha perso del tutto il contatto con la sua vena poetica e surreale, che ha fatto la sua fortuna nei primi anni '80, ma che forse non poteva andare oltre. Qui crede di essere Wim Wenders, e invece non arriva neanche al cinepanettone. Voto 4.
Progetto maestoso, fotografia di lusso e budget elevatissimo per proporre una favoletta che non attira mai del tutto l'attenzione e che ha uno script debolissimo. Chiara Caselli ci mette il fisico (in tutti i sensi), ma il film finisce per essere un polpettone difficilmente digeribile. Triste apologia personale per Nuti.
Il difetto principale di questo film è l'alto costo di produzione. Se fosse stato girato in Italia spendendo di meno il risultato sarebbe stato diverso. Voto 6.
Il celebre 'tracollo' di Nuti: artistico ed al botteghino. In realtà si tratta di un film bruttino, ma certo non una schifezza incomprensibile; forse soltanto un pochetto troppo presuntuoso o pretenzioso. Si vede che si è speso tanto per la realizzazione, l'impiego di mezzi è imponente, le scene sono curate, purtroppo però in definitiva il film non decolla mai, rimanendo sempre a cavallo fra… leggi tutto
Premetto subito una cosa: è il primo film di Nuti che vedo. Il perchè ho deciso di comprare il nuovissimo dvd del film, uscito recentemente sul mercato, è dovuto al fatto che di quest'opera se ne parla in giro malissimo. Non solo la critica, ma anche il pubblico ha risposto picche, basta fare un giretto per il web per leggere una serie di opinioni di utenti che gridano allo… leggi tutto
Ho finalmente visto questo film ieri sera...e mi sono convinto ancora di più che oggi il critico è buono solo a scaldare la sedia! TRAMA: Brando Della Valle (JOSS ACKLAND) è un anziano banchiere italo/americano, il quale, tramite il testamento dell'appena defunto fratello, scopre di avere un figlio nascosto dal suddetto fratello in un ospizio in Toscana; così Brando si reca in Italia e… leggi tutto
Il film spartiacque di Francesco Nuti, quello che c'era prima e quello che ci sarebbe stato dopo, prematura dipartita inclusa. Niente sarebbe stato più uguale e forse il passo è stato più lungo della gamba ma valeva certo la pena di tentarlo e di difenderlo. Sul film ben poco da dire, un road movie in terra yankee, squinternato e stralunato quanto basta, con una certa qual…
Esistono film che, pur diretti da grandissimi registi o/e interpretati da attori popolarissimi o/e supportati da campagne promozionali martellanti o/e realizzati senza risparmio di mezzi e con costi di produzione…
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Commenti (6) vedi tutti
L'equilibrio non è esattamente la virtù di questo film indubbiamente strambo, debordante e sproporzionato, ma neppure osceno ed inguardabile come molti ritengono. In certi casi i difetti non necessariamente annullano i pregi; pregi e difetti coesistono e danzano insieme. Questo, a mio avviso, è uno di quei casi...
commento di DavideKingInk80Un film neppure da riproporre al pubblico televisivo all’1.40 di notte. Raccapricciante ...
commento di MARPESSATO61Non è il disastro che tutti dicono, ma uno spreco sì, di soldi e di tempo (almeno la prima mezz'ora). Nuti ha perso del tutto il contatto con la sua vena poetica e surreale, che ha fatto la sua fortuna nei primi anni '80, ma che forse non poteva andare oltre. Qui crede di essere Wim Wenders, e invece non arriva neanche al cinepanettone. Voto 4.
commento di ezzo24Progetto maestoso, fotografia di lusso e budget elevatissimo per proporre una favoletta che non attira mai del tutto l'attenzione e che ha uno script debolissimo. Chiara Caselli ci mette il fisico (in tutti i sensi), ma il film finisce per essere un polpettone difficilmente digeribile. Triste apologia personale per Nuti.
commento di silviodifedeNuti esagera in presunzione, senza rendersi conto dei suoi limiti artistici.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiIl difetto principale di questo film è l'alto costo di produzione. Se fosse stato girato in Italia spendendo di meno il risultato sarebbe stato diverso. Voto 6.
commento di lonestar