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In my Room

Regia di Ulrich Köhler vedi scheda film

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La recensione su In my Room

di alan smithee
7 stelle

CANNES 2018 - UN CERTAIN REGARD / CINEMA OLTRECONFINE

Dalla solitudine ricercata e vissuta nell'intimità della propria stanza, a quella subita in seguito ad un evento misterioso ed inspiegabile, fino a ritrovarsi nel mezzo di una contrastata storia d'amore tra i due ultimi esseri viventi del pianeta.

Tutto inizia una mattina come tante, quando Armin commette l'ennesimo errore fatale e madornale che lo mette lavorativamente sempre più in basso nella lista dei collaboratori più inaffidabili in capo ad una rete televisiva.

L'uomo appare distratto, insensibile anche negli affetti familiari, eccetto che nei confronti dell'anziana nonna morente, accudita a casa del padre del nostro protagonista. In difficoltà anche coi rapporti amorosi o sessuali, quasi vittima di un suo abituale comportamento autolesionista e disfattista, Armin vive bene e sereno solo isolato nella sua disordinata stanza da letto.

Allo sbando, trascurato nel modo di vivere, nel fisico sfatto e nei programmi di vita, Armin, in quel giorno banale e grigio come tanti, si risveglia da un sonno profondo che lo ha colto mentre sostava in auto in un parcheggio, e scopre che l'intera umanità è scomparsa: per le strade macchine e ciclomotori abbandonati ai bordi delle strade o incidentati, e il vuoto totale: solo lui e gli animali, che paiono essere rimasti indenni a questa clamorosa sparizione.

Dopo il panico (nemmeno troppo), Armin scopre che da soli non si sta poi male, e per questo decide di tornare in campagna, nelle terre delle propria famiglia. Lo riscopriamo poco tempo dopo, cambiato nel fisico e nel morale: tonico, se non muscoloso, tenace lavoratore della terra ed allevatore, proteso finalmente a dimostrarsi protagonista assoluto (per forza di cose certo, ma con estrema convinzione) di questo suo spazio infinito, di questa sua nuova immensa "stanza".

Finirà per incontrare una donna, la bellissima e tenace Kirsi, che da nemica si trasformerà in amante, donna di vita, almeno sinché una differente concezione dei futuri programmi di vita (l'opportunità o meno di pensare ad un erede a cui destinare tutta questa meravigliosa ma inquietante solitudine terrena), spingerà i due a separarsi, forse per sempre.

Inquietante nel suo sapiente alternare situazioni grottesche ad altre tese e spiazzanti, ben girato con un realismo che rende più allarmante la situazione misteriosa che si profila attorno al protagonista, interpretato con grande efficacia dai due unici protagonisti, l'ottimo e cangiante Hans Low, e la avvenente Elena Radonicich che pare una guerriera di Mad Max, "In my room" segnala con ancor di più vigore il nome del suo promettente regista tedesco, classe 1969, di nome Ulrich Kohler, personaggio da tener d'occhio in quanto assai promettente.

 

 
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