Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Il primo vale il tentativo e forse una visione...ma fermiamoci al primo.
Nel 2014 Gabriele Salvatores fece il coraggioso tentativo di un film italiano di fantascienza con supereroi, Il ragazzo invisibile appunto. Fu una prova azzardata, non completamente riuscita, ma insomma complimenti per l’incoscienza nel provarci.
Ora torna col seguito e scatta la dura legge del sequel, e pure qua vale: questo film è inferiore al precedente (a cui diedi 5/6) e per me purtroppo è da 4.
Si narrano le vicende del ragazzo, ora cresciuto e diventato un lungagnone, e saltano fuori madri, sorelle, supereroi come piovessero, rimorsi e tentativi di giustizia sommaria. Purtroppo i difetti sono parecchi, le recitazioni in molti casi traballano, il testo non fa impazzire, strapieno di frasi fatte e situazioni che suonano banali e false, la storiella è prevedibilissima e scontata, fino a un finale dove c’è anche del kitsch e dell’umorismo involontario.
Il problema grosso (presente anche in tv) è quando gli adulti si mettono a scrivere sceneggiature dove i protagonisti sono i giovani: tolti casi fortunati, il risultato è spesso penoso. Perché trasmettono la loro idea (di quarantenni) di quelli che sono i giovani di oggi, ma di come li vedono loro, non di come sono realmente, di cosa pensano, di come parlano, si atteggiano…e tutto suona falso, perché è falso. Si guardassero Bangla, per schiarirsi le idee.
La critica ha bocciato, così anche il grande pubblico. purtroppo il film non andò benissimo neanche al botteghino….stanti i costi, un bel flop.
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