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Il ragazzo invisibile - Seconda generazione

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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La recensione su Il ragazzo invisibile - Seconda generazione

di alan smithee
4 stelle

Michele vive lo sconbussolamento esistenziale dei suoi sedici anni con il fardello di una dote che risulta spesso più un problema ed un disagio, piuttosto che un privilegio. Lui che coi problemi è costretto aq conviverci dalla nascita.

Ora lo troviamo, spilungone e sempre più magro, ad affrontare le fasi cruciali di una crescita ed uno sviluppo fisico e mentale, e il dolore della perdita dell'adorata madre adottiva (Valeria Golino), morta in un incidente d'auto in circostanze che, secondo il ragazzo, sono da addebitarsi proprio al suo comportamento spigoloso e rissoso nei confronti di quella donna affettuosa e tenera.

E se dal punto di vista sentimentale le cose non procedono molto bene, con l'arrivo a scuola di una misteriosa alunna straniera di nome Natasha, le cose si complicheranno, soprattutto per quel che riguarda la famiglia di origine del ragazzo.

Sarà davvero la rivincita degli esseri speciali a discapito della umana normalità? Un piano diabolico sta per essere attuato e l'unica speranza per evitare una strage nel centro di Trieste, dipende solo da Michele e dal suo nuovo mutato superpotere, che non si limita più solamente all'invisibilità.

Gabriele Salvatores mantiene con convinzione le redini di una operazione coraggiosa già dal suo esordio quattro anni orsono: fare un film di casa nostra su supereroi (anche loro malgrado) e su superpoteri. E questo secondo capitolo diventa una sorta di Xmen nazionale che sulla carta, grazie ancora una volta alla valida ambientazione triestina, risulta piuttosto credibile e suggestivo.

Quello che purtroppo non funziona per nulla è la storia, vista e rivista mille volte, che non riesce mai e poi mai, nonostante il cambio di staffetta delle due madri (Golino vs. Rappoport) a decollare e a darci qualche impressione diversa da uno svogliato déjà-vu che ci coglie molto, troppo presto.

Peccato perchè il personaggio smilzo e glabro che il giovane protagonista Ludovico Girardello ci fornisce di questo supereroe svogliato e nerd, non si discosta affatto dal più recente Spidem Man teen di recente sfornato negli U.S.A., e risulta piuttosto convincente e scenograficamente interessante, con quel suo incedere incerto, il suo muso lungo, l'insicurezza tipica degli anni della tarda adolescenza. Tutto il resto decisamente meno, soprattutto a livello di scrittura.

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