Regia di Wes Craven vedi scheda film
Andare a dormire è angosciante e pericoloso, e gli incubi debordano nella realtà, intrecciandosi con essa.
Forse un po' meno suggestivo del primo "Nightmare", ma comunque riuscito. Del resto, il soggetto è dello stesso regista, ed esso sembra per altro essergli sempre attuale. Secondo me, anzi, deve proprio essere autobiografico (mutatis mutandis, certo). In altre parole, mi sbilancio a dire che Craven deve avere parecchi incubi di stampo simile a quelli che rappresenta nei film. Ho trovato interessante in questo senso la continua compenetrazione degli incubi con la realtà, e il fatto che a volte sia difficile distinguere gli uni dall'altra.
La forza di questi "Nightmare" è proprio il fascino che ha l'argomento, e la capacità del regista di portarci dentro e farcelo sentire. In questo senso, la pellicola è qualcosa di più che non un horror commerciale pensato a tavolino, che vuole stupire con gli effetti speciali. Ce ne sono, ma quelli che stupiscono di più, direi, sono quelli semplici (ma inquietanti): si pensi ad esempio la mano metallica che inizia a muoversi a poco a poco, o le lenzuola del letto che si alzano da sole. E' ben fatta anche la sequenza all'ospedale, che da luogo rassicurante e protettivo diventa a poco a poco insidioso e ostile (come il personaggio della dottoressa di colore).
Come ultima cosa, Freddy si vede un po' troppo bene: in generale, quando il brutto si vede poco fa più paura (come il primo film).
In definitiva, un buon horror si per sé, ma con mezzo punto in meno per il confronto con il prototipo.
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