Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Una storia alla Benigni, ma con un po' meno ritmo del solito. Equivoci che si susseguono senza soluzione di continuità e che portano alla colpevolizzazione di un innocente: non c'è nulla di nuovo, ma l'interpretazione del regista/attore toscano vale da sola il prezzo del biglietto. Scatenato come sempre, Benigni veste questa volta i panni di un individuo più integrato del solito, sia pure con una serie di limiti, manie, idiosincrasie che lo aiutano a simpatizzare con il pubblico; purtroppo al suo fianco c'è l'inutile moglie, più brava a recitare che bella, e questa constatazione lapidaria credo liquidi l'argomento senza bisogno di aggiungere altro. Certo è che con una vera attrice il film avrebbe potuto fare un salterello di qualità; così invece rimane abbastanza piatto, schematicamente costruito attorno ad un solo personaggio, il protagonista, ed in funzione delle sue gag, delle sue battute e delle sue movenze buffe. In questo modo non si arriva da nessuna parte, neppure se sei un genio come Benigni.
Loris non lavora, si arrangia con qualche furtarello e odia l'amministratore del suo condominio; a parte ciò è una brava persona. Ma quando un serial killer violentatore di donne comincia a mietere vittime, per una serie di coincidenze tutti gli indizi puntano contro di lui. Una poliziotta in borghese ed uno psicologo gli vengono messi alle calcagna; la donna scoprirà il vero colpevole e si innamorerà di Loris.
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