Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Benigni fa di nuovo centro con un altro film dalla comicità geniale, che questa volta propone una satira sullo stereotipo sempre attuale del mostro che uccide senza ragione le sue vittime, facendole a pezzi.
Il soggetto è ancora una volta un personaggio semplice d’animo, ma al contempo un po' grottesco nella sua assurda ingenuità - che Benigni si ricuce come sempre perfettamente sulla pelle.
Il suo nome è Loris, un uomo celibe che sopravvive di espedienti disonesti – memorabile la scena in cui va a fare la spesa al supermercato, rubando di tutto e di più, e pagando alla fine solo un pacchetto di chewing-gum, senza che nessuno noti nulla. Un bel giorno, però, inizia a essere sorvegliato in incognito da un’agente e si ritrova così a barcamenarsi a sua insaputa, come già visto in Johnny Stecchino, in una serie di equivoci che gli causeranno non pochi guai.
Le forze dell’ordine e anche uno psichiatra continueranno a crederlo erroneamente un maniaco quasi sino alla fine e tenteranno di incastrarlo nei modi più disparati.
La sola che riuscirà a intuire la sua innocenza sarà proprio l'agente Jessica, che lo controllerà finendo con l’innamorarsi di lui.
Soltanto alla fine il vero mostro verrà scoperto e arrestato – mitica la scena in cui a scoprirlo per primo è proprio Loris... "professore, io le darei la mano, ma vedo che ce l'ha già".
Si ride e ci si diverte molto durante la visione, Benigni ha saputo giocare bene le carte dell'ambiguità, dei doppi sensi licenziosi e della repressione e persecuzione sessuale, ma anche i problemi quotidiani di Loris nel condominio in cui vive, le lezioni di cinese che non danno buoni frutti e la sua camminata “nanesca” sono tutti elementi spassosi e ben congegnati.
Benigni qui esibisce brillantemente la sua naturale verve istrionica e burlesca, la sua spontanea mimica e gamma di espressioni facciali buffe e il suo estro nel dare vita a una storia originale e squisitamente grottesca.
Una regia impeccabile la sua, alla quale, personalmente, mi inchino, e un’interpretazione davvero irresistibile.
Molto bravi e di supporto anche Michel Blanc, Jean-Claude Brialy, Ivano Marescotti e Massimo Girotti in un ruolo minore ma essenziale. Sempre un po’ acerba a livello attoriale, invece, Nicoletta Braschi, sebbene in questa pellicola si rivela più simpatica del solito.
Sceneggiatura perfetta, cast indovinato, dialoghi e gags esilaranti, ritmo costante e colonna sonora adeguata.
Decisamente un piccolo cult da vedere e rivedere senza esserne mai stufi (come per i film di Totò), concepito da un ispiratissimo Benigni, radicato da tempo nella commedia dell’arte.
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