Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
Produzione high budget che arriva dopo che il genere western ha dato segnali di ripresa, a seguito di un decennio buio, grazie a Balla coi Lupi (1990) e a Gli Spietati (1992). Si pensa in grande e si vuol realizzare, in onore agli anni cinquanta-sessanta, il grosso prodotto in odore di epopea western. Si rispolvera così il mito dello sceriffo Wyatt Earp (già al centro di numerosi film e di una serie americana a metà anni cinquanta) e del pistolero Doc Holliday, oltre che del leggendario episodio della sfida all' O.K. Corrall, in un mix in cui la storia si mischia alla leggenda. Vengono stanziati 63 milioni di dollari funzionali a Lawrence Kasdan, già alla regia di un western con Silverado (1985), per mettere in piedi un cast artistico assai ricco. Coadiuvato da Dan Gordon, Kasdan stende un copione interminabile che ripercorre l'intera vita di Wyatt Earp. La storia, alquanto dispersiva e talvolta sfilacciata, propone sotto una diversa ottica il celebre pistolero. Legatissimo ai fratelli ("perché le mogli vanno e vengono"), attaccato ai soldi e, dopo un passato da ladro di cavalli, sceriffo dai modi spicci eppur efficaci. La sua nomea è tale da renderlo epico già in vita, grazie a una serie di storie che lo rendono un personaggio, seppur odiato da tutti, leggendario. A dargli manforte, oltre i fratelli tutti aiuto sceriffo, il tisico Doc Holliday.
Wyatt, interpretato da un posato Kevin Costner, è un uomo glaciale, ma anche capace di scoprire l'amore della vita per un'ex prostituta. Disilluso per la morte della fidanzata storica, Wyatt non ha la forza di abbandonare la propria moglie in favore della nuova fiamma ma, di fatto, finisce per il disinteressarsi della stessa che farà di tutto per attirarne l'attenzione, giungendo a tentare più volte il suicidio.
Intanto la tenacia degli Earp finisce per andare di traverso a diversi banditi e costerà la vita a molti fratelli del pistolero, in una serie di faide e regolamenti di conti.
Kasdan cerca di tenere unite le varie anime del film, tra i rapporti familiari e la gestione dell'ordine nella città di Tombstone. Il film scivola via senza annoiare troppo, con un ritmo costante fatto di alti e bassi in luogo del tradizionale crescendo di tensione. Non mancano infatti i momenti action, tra sparatorie e scontri fisici. Particolare la sequenza, nella prima parte del film, in cui gli Earp abbattono una serie di bisonti per poi scuoiarli. Purtroppo Kasdan non riesce, nonostante le tre ore di narrato, a mantenere fluida la narrazione. Si registrano molteplici vuoti narrativi. Ciò nonostante, la confezione generale è notevole. La fotografia di Owen Roizman (direttore della fotografia anche ne L'Esorcista), giocata nelle scene in notturna in un calibrato contrasto tra filtri rossi e filtri azzurri, ottiene una giusta nomination all'oscar. Sarà l'ultima di cinque per il tecnico newyorkese, che riceverà il premio alla carriera nel 2018. Eccellenti anche i costumi e le scenografie.
Le interpretazioni sono buone, ma non eccelse. Notevole Dennis Quaid nei panni di un Holliday cagionevole di salute, ma caustico e smargiasso nei modi di fare. Bene Costner, pur se freddo e misurato. Ci sono poi Bill Pullman, Michael Madsen, Gene Hackman, Tom Sizemore e Isabella Rossellini.
Il film è ricordato per esser stato un grosso flop al botteghino, con un incasso complessivo di poco superiore a 1/3 dei capitali investiti. Aspetto, quest'ultimo, che ha finito per penalizzarlo nella scala giudizi. Kevin Costner addirittura è stato premiato col Razzie Award per la peggiore interpretazione. A dispetto delle critiche, tuttavia, resta un western più che sufficiente con una confezione portentosa ed elegante. Merita una visione.
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