Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Al romanzo omonimo di Winston Groom, che ad oggi non ho ancora avuto il piacere di leggere, è ispirata (forse liberamente) questa fiaba moderna dal gusto dicotomico dolce-amaro, lieto-triste. Seppure il tono sia in generale alquanto spensierato, infatti, non mancano alcuni frangenti più seri, di respiro drammatico o che financo giungono a sfiorare il tragico. Quindi non ci si dovrebbe stupire troppo, se la commozione magari in noi si dimostrasse dominante rispetto alla risata.
Un racconto squisitamente di fantasia, dicevo, sensibile e orchestrato il giusto, per il quale la ricerca o peggio ancora la pretesa di verosimiglianza risulterebbe non soltanto inopportuna bensì soprattutto paradossale. Meglio allora abbandonarsi alle regole del "gioco", gustandosi pure le simpatiche rielaborazioni e intromissioni nei filmati d'archivio storico, possibili grazie agli effetti speciali.
Tom Hanks (Forrest Gump) è incomparabile nella sua (in)credibilità e regge l'intera operazione sulle proprie spalle. Trova comunque un degno supporto in Robin Wright (Jenny Curran), con la quale condivide le occasioni più vibranti. Con ciò senza nulla togliere alla profonda bellezza delle sotto-trame che hanno per comprimari Gary Sinise (Tenente Dan Taylor) e Sally Field (Signora Gump). Insomma, le scene toccanti non mancano affatto. E la prova di quali siano le vere emozioni trasmesse da quest'opera si riscontra anche nella colonna sonora di Alan Silvestri, soffusa, delicata e strappalacrime.
Seduto sulla panchina alla fermata dell'autobus di Savannah, Forrest Gump racconta la sua vita, i problemi mentali e fisici, di come la mamma fosse la sola persona ad accettarlo per quello che era, del suo amore da sempre per Jenny, l'unica che, sullo scuolabus, gli offrì un posto al suo fianco. Da quel momento Forrest partecipò in prima persona a trent'anni di storia americana: ragazzone buono e forte, ma con un quoziente d'intelligenza molto al di sotto della media, emerse involontariamente in tutto quello che fece proprio in virtù della sua "diversità".
Dirige quella che da molti è stimata come la summa della sua poetica, che gli valse persino il Premio Oscar.
Immenso e convincente nei panni del protagonista adulto e narratore, Forrest Gump. Il plauso è meritato.
Disinvolta e intensa nelle vesti di Jenny Curran. Non solo bella ma anche brava.
Ben immedesimato nella parte del Tenente Dan Taylor. Colpisce.
Piccolo ma significativo ruolo della madre di Gump.
Oltre ai tanti contributi di varie canzoni famose delle diverse epoche, non si dimentica la musica originale composta dal talentuoso Alan Silvestri, apprezzabile in particolare durante i titoli di testa e di coda. Da riascoltare.
Direi proprio nulla.
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