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Forrest Gump

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Forrest Gump

di cantautoredelnulla
8 stelle

Un giorno mio figlio tornando da scuola dice che è stupido. Quando gli chiedo perché risponde che lui non capisce niente, che non ricorda le cose che dice la maestra. Questa reazione arriva dopo che la maestra in classe mi ha raccontato, davanti a lui, che in una situazione nuova in cui lui si trova disorientato (prima lezione tenuta dalla logopedista in classe) esprime il suo disagio non prestando attenzione alla lezione e rispondendo a casaccio alle domande che gli vengono poste. Da qui, dal fare lo sciocchino in classe, lui tira una conclusione bizzarra e dice di essere stupido. 
Il cinema ci dà mille possibilità di affrontare la stupidità umana, sotto tutte le sue forme. Ma penso dentro di me che spiegare a mio figlio che lui è intelligente e che lo ha dimostrato in diverse occasioni non lo convincerà del contrario. E' mio dovere provarci e ci provo, gli racconto quante volte ha dimostrato di non essere stupido, ma in lui trovo un muro che non ha intenzione di lasciare passare l'impressione degli altri. La sua stima è sotto i piedi.
Il discorso non è più stato ripreso, ma dentro di me volevo passargli un messaggio, una cosa semplice e banale che proprio Forrest Gump ripete sempre: "stupido è chi lo stupido fa", "santa verità" come dice la mamma di Bubba.
Ed ecco come inizia la visione di Forrest Gump. Qualche tempo fa sul sito c'era una rubrica, "i bambini li guardano" e in quell'occasione una sera avevo mostrato l'infanzia di Forrest, ma poi ci siamo fermati. Questa volta gli ho chiesto se gli andava di vederlo tutto. Era titubante, preferiva un cartone animato, ma alla fine mi ha accontentato.
Ci siamo divertiti, con Bubba che racconta per un'infinità di tempo tutta la vita e la morte dei gamberi, con Forrest da giovane che deve affrontare la diversità oppure con la corsa infinita che termina con una frase insipida: sono un po' stanchino, credo che tornerò a casa. E poi sopravvengono le parti più dure da digerire per mio figlio, la morte della mamma, la morte della moglie. Alla fine del film gli chiedo se gli è piaciuto e mi risponde di no. Gli chiedo perché e lui risponde che il film è troppo triste, muore troppa gente: Bubba, la mamma, Jenny. Io gli rispondo come la mamma di Forrest: la morte è parte della vita e lui lo sa. Ha già perso, in sei anni, almeno una persona a cui teneva tantissimo e anche se non ne parla apertamente, talvolta ritorna sull'argomento.
Forrest Gump però gli è piaciuto e il giorno dopo, a freddo, mi ha detto questa cosa. Gli piacevano gli amici di Forrest perché c'era sempre un bambino gentile (anche Bubba per lui era un bambino gentile) che lo faceva sedere sull'autobus. Gli piaceva il figlio di Forrest, Forrest Junior. Rideva quando Forrest correva alla meta senza fermarsi, quando mostrava la chiappa morsa dal proiettile, quando insomma Forrest era più simile a un pasticcione come noi che non a un eroe. 
Questa è la magia di Forrest Gump, la grazia che ha avuto Zemeckis nel realizzarlo: mostrarci un eroe antieroe per certi versi, una persona che vive la vita senza pretendere di capirla, ma che ci rifila pillole di saggezza spiccia che però ci lasciano un ricordo di qualcosa di vero.
Per questo mi piace questo film, perché non ha pretese. E' divertente, un po' strappalacrime, ma ci mostra l'umanità che nascondiamo spesso dietro la nostra scorza dura, dietro l'apparenza che ci siamo costruiti. 
Corri Forrest, corri! La tua storia, per quanto irreale e fantasiosa, forse ha davvero qualcosa da raccontare e da insegnare a tutti noi e anche ai bambini che si rispecchiano nella tua purezza e nella tua ingenuità.

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