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Forrest Gump

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Forrest Gump

di Fabelman
10 stelle

Guardare il mondo e la vita con gli occhi e la mente di Forrest Gump ce li rende migliori, e rende migliori noi.

Una favola di raro candore che mescola generi e spazia nel complesso meccanismo dei sentimenti umani. 

La pellicola analizza, attraverso gli occhi del protagonista, la vita in tutte le sue sfaccettature, contraddizioni e vicissitudini.

Ma è la percezione mentale di Forrest, affetto da un lieve ritardo cognitivo, ad assegnare la prospettiva allo spettatore, a restituirgli il tenore con cui affrontare i drammi e le gioie di questo eroe.

Sì, perché di eroe si tratta. Forrest Gump (inteso come titolo e personaggio) insegna a vivere, e basterebbe questo a far amare questa pellicola.

La leggerezza, la frivolezza con cui Gump si confronta di volta in volta con la sua mitica esistenza, gli consentono di ridurre e minimizzare le complessità, le difficoltà e le assurdità della vita, ponendo l’irraggiungibile a portata di mano. 

Dinanzi ai complessi quesiti della vita è disarmante la semplicità delle risposte che la sua (straordinaria) mente gli suggerisce. Quando una risposta non c’è, si fa spallucce e si tira dritto senza pensarci più.

Con questo approccio Forrest Gump affronta il suo disagio, la mancanza di un padre, la guerra, l’amore per la sua amica del cuore, la morte di chi ha più caro al mondo.

Ambientato a cavallo tra i ‘40 e gli ‘80 del secolo scorso, il film è geniale in tutto.

Come non condividere lo stupore dei vari personaggi che ascoltano i suoi racconti e le sue massime, vere filosofie di vita, mentre gli eventi si intrecciano con episodi e personaggi cardine della storia americana. 

Forrest Gump ispira il passo di ballo iconico di Elvis Presley, inventa l’emoji più famoso di sempre, da il via all’impeachment del presidente, tutto inconsapevolmente; eroe di guerra nel Vietnam, campione di ping-pong inviato in Cina ad aprire frontiere mai varcate prima, imprenditore e investitore di successo involontario, e lui leggero come una piuma al vento.

E in questa visione consiste la forza e la superiorità di Forrest Gump; mentre il mondo intero intorno a lui corre, si danna e si dimena, lui va alla sua velocità, sempre stabile, assorbe e incassa i colpi senza cenno di reazione ma non per questo senza sentimenti. Soffre le ingiustizie, gli insulti, l’abbandono della donna amata, tutto con estrema dignità. 

Mancherà di intelligenza, ma non di acume, alla lunga sarà lui a capirci qualcosa della vita (chiedere per conferma a Jenny o al tenente Dan).

La miglior performance dietro la macchina da presa di Robert Zemeckis, una sceneggiatura magnifica di Eric Roth ispirata all’omonimo romanzo di Winston Groom, una colonna sonora di Alan Silvestri capace di restare impressa, diventare iconica, emozionare, esaltare e commuovere, l’interpretazione di Tom Hanks che fa scuola, tutti ingredienti di un film capace di accaparrarsi 6 Oscar e 13 nomination in tutto.

Una menzione particolare va concessa agli effetti speciali, premiati con la statuetta, ad opera di Ken Ralston & C.; per la prima volta nella storia del cinema vengono impiegati filmati originali di repertorio con una tecnica innovativa che ha permesso a Forrest Gump di prendere parte ad eventi storici e a incontrarsi con JFK, John Lennon, Nixon, assegnando così un tocco d’originalità che contribuisce a scolpire nell'immaginario e rendere indimenticabile questo capolavoro.

“Forrest Gump” è un film che corre, corre dritto al cuore; è un film che insegna, insegna a vivere e cosa ha davvero peso nella vita; e poi è un film che istruisce, ad esempio Nixon non l’ha mai saputo ma a dare il via al Watergate è stato un certo Forrest, Forrest Guuump. (Che peccato che l'ex presidente sia morto pochi mesi prima l'uscita del film; vedere quella scena gli avrebbe probabilmente alleggerito il peso di quella vicenda, sicuramente suscitato un ironico sorriso).

 

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